Pessimo esordio del governo: aumenta la Tasi. Anche con Renzi comanda il partito delle tasse

28 Feb 2014 17:01 - di Mariano Folgori

Se il buon giorno si vede dal mattino, non ci sarà da stare molto allegri sulla politica fiscale di Renzi. Il primo provvedimento del nuovo governo è un inasprimento tributario. Il Consiglio dei ministri ha infatti concesso ai Comuni  la possibilità  di aumentare la Tasi fino allo 0,8 per mille. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio prova a indorare la pillola: «La Tasi è una tassa municipale che andrà regolata dai sindaci come è giusto che sia e che saranno in grado di renderla più equa e flessibile». Ma il messaggio  inviato ai cittadini è tutt’altro che tranqullizzante: non c’è alcun segno di discontinuità, alle prime battute del governo Renzi, con la politica fiscale seguita dai governi Monti e Letta. Tant’è che, con il via libera all’aumento della Tassa sui Servizi Indivisibili, il nuovo premier ha ribadito un precedente impegno assunto da Letta e Saccomanni.

Immediate le critiche che giungono dall’opposizione, in particolare da Forza Italia. «È deludente e preoccupante – dice Daniele Capezzone –  che il primo Consiglio dei ministri del Governo Renzi cominci sulla linea sbagliata del Governo Letta-Alfano, confermando l’accordo con i sindaci per un ulteriore aumento dell’aliquota Tasi».   «E serve a poco – aggiunge il parlamentare azzurro -parlare di future detrazioni. Intanto c’è un aumento di un altro 0.8 per mille, equivalente a 1.4 miliardi. Dopo di che, è praticamente impossibile per lo Stato verificare come si comporteranno 8100 Comuni. E quand’anche ci fossero eventuali detrazioni per le famiglie sulla prima casa, ci sarebbe comunque un riverbero negativo sui fabbricati industriali e aziendali e sugli altri immobili. I cittadini hanno motivo di grave preoccupazioni. Si ricomincia dalla tassa sulla casa. Da oggi, c’è la prima Tassa-Renzi». Anche Mariastella Gelmini  e Raffaele Fitto mettono in risalto il pessimo esordio del governo.  «Non è un bel segnale – dice Fitto –  il fatto che il primo provvedimento del governo Renzi sia un altro aumento dell’aliquota Tasi. Il governo parte con il piede sbagliato. E il fumo delle nomine di viceministri e sottosegretari non può nascondere il solito arrosto, fatto di aumenti di tasse per gli italiani».  «Al pari di Monti, – rincara la dose Altero Matteoli – Renzi vara con il primo decreto legge la prima nuova tassa. E tanto per cambiare si tratta di un nuovo balzello sulla casa e sui capannoni industriali. Alla faccia delle promesse sulla diminuzione della pressione fiscale, Renzi si smentisce alla prima occasione che conta. Poco male come inizio, ma ne vedremo delle belle”Se continua così, la “rivoluzione” lanciata da Renzi, si rivelerà l’ennesima presa in giro.

 

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