La suora più longeva del mondo spegne 107 candeline: «Il segreto? Vivere con gioia»

20 Feb 2014 16:53 - di Redazione

Voleva fare la missionaria in Africa ma quando bussò alla porta dei Comboniani c’erano quarantadue persone prima di lei che attendevano di entrare nella congregazione. Ci voleva almeno un anno per farsi suora, altri tempi, ma Alma Bellotti non si arrese e decise di ”abbracciare la croce rossa”, quella dei Camilliani. Per suor Candida, così si chiama da quando veste l’abito di religiosa, sono passati oltre ottant’anni da quel giorno, «il più bello della mia vita», e oggi, spegnendo 107 candeline, è la suora più longeva del mondo. Nella sua lunga vita ha visto nove pontefici e stamattina a Santa Marta ha abbracciato Papa Francesco. Ma la suora, lucidissima, a tratti ironica, e sostanzialmente in buona salute, non bara: «Non diciamo che ho conosciuto Papa Francesco. L’ho visto. C’era una folla, non c’è stato tempo per parlare, non era proprio possibile». Ma il saluto affettuoso c’è stato: il Papa le ha chiesto quanti anni avesse e le ha fatto i complimenti per la sua buona salute. E a chi gli chiede quale pontefice le sia piaciuto di più in questi 107 anni di vita, la suora replica: «Il Papa è il Papa, non si discute, è il vicario di Cristo e bisogna seguirlo senza tentennamenti». La suora taglia la torta, nella festa organizzata per lei nella Casa generalizia dei Camilliani, nel centro di Roma, e racconta con serenità la sua vita. Ma c’è un segreto per arrivare a 107 anni così in forma? Lei punta l’indice verso il cielo dicendo: «Fa tutto Lui, io mi limito a ringraziarlo». Però «vivere con gioia e rendere felici coloro che ci sono accanto» sicuramente aiuta. Sveglia all’alba tutti i giorni, si prepara, riordina la sua camera e alle 5 è già in chiesa, prima di tutte le consorelle per la preghiera. «Non faccio altro», dice con il sorriso alludendo alla sua età che non le permette più di fare il lavoro di assistenza, carisma delle Ministre degli Infermi di San Camillo, santo di qui quest’anno si celebra il quarto centenario dalla morte. È nata a Verona in una famiglia numerosa e semplice. Padre ciabattino, madre casalinga, «ci hanno educati tutti e otto figli nella gioia e nella santità. Eravamo contenti di quel poco che c’era, giorno per giorno». Poi la vocazione e il distacco dalla famiglia, «il momento più doloroso e allo stesso tempo più bello». Dopo aver girato mezza Italia attualmente vive a Lucca e ai giovani consiglia di essere «attenti e docili» alla volontà di Dio, «l’unica cosa che ci dà gioia piena».

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