Krizia diventa cinese: un altro gioiello del made in Italy finisce in mano straniera

24 Feb 2014 20:57 - di Mariano Folgori

Un altro marchio del made in Italy prende la via dell’estero. E non si tratta di un marchio qualsiasi, ma di un pezzo assai rappresentativo del mondo della moda. Parliamo di Krizia, rinomata griffe del Belpaese che ora finisce in mano cinese. E questa è una notizia nella notizia. Perché, parlando di moda, ci si poteva attendere l’acquisizione da parte di un gruppo francese, non certo l’ingresso di capitale cinese in un settore simbolo dell’industria italiana di qualità. Ma tant’è: è proprio quello che è stato annunciato dalla stessa maison italiana. L’acquisizione di Krizia avverrà da parte di Shenzen Marisfrolg Fashion, azienda attiva nel mercato asiatico del pret-a-porter di fascia alta che è guidata dall’imprenditrice Zhu ChongYun. La formalizzazione dell’operazione, informa una nota, è attesa entro aprile. «Siamo felici di aver incontrato la signora Zhu», ha commentato la stessa fondatrice di Krizia, Mariuccia Mandelli.«Penso che abbia la forza e il talento per continuare al meglio il nostro lavoro e portare Krizia a raggiungere nuovi successi nel mondo». Legittimo l’auspicio della stilista e imprenditrice, ma possibile mai che nessuna azienda italiana si sia fatta avanti per acquisire un marchio così prestigioso? La perplessità è altrettanto legittima.

La vendita di Krizia non è che l’ultimo caso di un preoccupante esodo dei marchi del made in Italy, che non riguarda solo la modo ma altri settori di punta della qualità italiana. Non a caso, la prima a commentare la cessione ai cinesi dell’azienda di alta moda è la Coldiretti.  «Dopo l’agroalimentare con il vino Chianti, i cinesi mettono le mani anche sulla moda», si legge in una nota. Per la confederazione degli agricoltori  si tratta di una «nuova operazione di acquisizione dei gioielli del made in Italy che trovano in questi settori le loro espressioni migliori». L’operazione Krizia – si legge sempre nella nota  –  segue «l’acquisto da parte di un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong dell’azienda agricola Casanova-La Ripintura, a Greve in Chianti». Un fenomeno, quello della vendita di marchi storici del tessuto produttivo italiano che interessa tutti i settori precisa la Coldiretti, nel ricordare solo tra gli ultimi casi la vendita a stranieri della Poltrona Frau, Loro Piana e Confetteria Cova.

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