John Elkann fa una cosa nuova: se la prende con i giovani che non sanno trovare un lavoro. Reazioni indignate da Sel alla Lega

14 Feb 2014 20:25 - di Redazione

I giovani ”non sono così determinati a cercare lavoro”, oppure ”stanno bene a casa loro” e ”non colgono le moltissime occasioni” offerte dal mondo globalizzato. Ne è convinto John Elkann, presidente di Fiat e vicepresidente della Fondazione Giovanni Agnelli, che, davanti agli allievi delle superiori di Sondrio e provincia, ha sviluppato ulteriormente il concetto di ”bamboccioni” ereditato dal compianto ex ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa e di ‘giovani choosy’ (schizzinosi, ndr) di Elsa Fornero, già ministro del Welfare del governo Monti. Elkann è stato perfino applaudito dai ragazzi che riempivano ben 3 sale della sede della Banca Popolare di Sondrio, visitata 35 anni prima dal nonno Gianni Agnelli. Ma gli applausi raccolti non trovano eco fuori. Soprattutto in rete le parole di Elkann suonano come offensive e inopportune e vengono accolte come le farneticazioni di un rampollo dorato con scarsa attitudine a conoscere la realtà vera di una società in cui le opportunità per i giovani sono sempre più carenti. Ma Elkann ha sfoggiato anche altre certezze: un lungo colloquio sul tema dell’istruzione, che ”dovrebbe collegare maggiormente la scuola al lavoro” e sul fatto che ”soprattutto le ragazze non amano le materie scientifiche”, per cui sarebbe meglio ”da bambine sarebbe meglio farle giocare con il piccolo chimico e non con le bambole”.

Al posto del pubblico ha reagito il mondo politico, che ha subito creato una sorta di maggioranza trasversale che va dal deputato del Pd Michele Anzaldi, che ha parlato di ”dichiarazioni stupefacenti”, al leghista Massimiliano Fedriga, secondo il quale il rampollo di casa Agnelli ”ha studiato dalla Fornero”. Secondo Giorgio Airaudo (Sel, ex-Fiom), invece, già controparte di Sergio Marchionne nelle trattative sul contratto aziendale della Fiat non siglato dalla Fiom, Elkann ”ha perso un’occasione per tacere”. ”Quando si hanno le sue fortune e le sue facilità di scelta – aggiunge – bisognerebbe avere più rispetto e più comprensione per chi, giovane, cerca ogni giorno di costruirsi e inventarsi un futuro in un Paese dove il lavoro si riduce, si precarizza e si svaluta”. Ma soprattutto Airaudo mette il dito nella piaga e gli chiede che cosa faccia ”perché i giovani abbiano un lavoro in Italia e non negli Stati Uniti”. Proprio oggi Elkann si è detto ”contento perché Fiat è ancora più italiana” dopo le nozze con Chrysler, sostenendo che ”Fiat era in condizioni estremamente difficili e la sua sopravvivenza era in grandissimo dubbio”.

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