Elezioni in Sardegna, vince Pigliaru. E Cappellacci si congratula

17 Feb 2014 18:43 - di Priscilla Del Ninno

Ormai consapevole della fine della partita elettorale, a scrutinio non ancora concluso, il governatore sardo uscente Ugo Cappellacci ha chiamato lo sfidante del centrosinistra Francesco Pigliaru, per la rituale telefonata di congratulazioni: un gesto di fair play accolto con un doveroso applauso nel quartier generale del candidato democrat. Un’affermazione, quella del centrosinistra in Sardegna, su cui ha influito efficacemente la volata di Renzi e il nuovo corso del Pd che ne consegue. E allora, mentre i conteggi sono ancora in corso, e il verdetto delle urne è ancora da ufficializzare, sui social network piovono messaggi di felicitazione e di incoraggiamento. A partire dal tweet di Matteo Renzi (poi seguito da una telefonata), dall’hashtag #cominciamoildomani che recita: «Ho appena telefonato a Pigliaru, nuovo Presidente della Regione Sardegna»; a cui è seguita l’immediata risposta del governatore neo-eletto, affidata a un post su Facebook. «Ugo Cappellacci mi ha chiamato per congratularsi per la mia vittoria. Grazie a tutti, ora Cominciamo il domani».

Lo spoglio è proceduto a rilento ma, a già a metà scrutinio, il vantaggio dell’economista sassarese sul governatore uscente sembrava decretare una vittoria che, nel passare delle ore, si è andata via via consolidando: così, quando lo scrutinio – lento come poche altre volte prima, come ribadito dalle proteste scatenate sul web – ha superato il 50% delle sezioni (946 su 1836), l’economista era avanti con il 43,3%, mentre lo sfidante del centrodestra, il presidente uscente Ugo Cappellacci, si assestava sul 38,6%. Michela Murgia, poi, contestata outsider su cui, alla vigilia del voto, si erano scagliati gli strali del centrosinistra, allarmato da una possibile dispersione dei voti, ha smentito le cassandre e, forse anche vittima del fuoco amico anti-propagandistico, è rimasta alla fine inchiodata al 10,4%. E ancora, dai risultati complessivi si evince che raggiunge solo il 5,8% l’ex governatore Pdl, Mauro Pili, mentre l’indipendentista Pier Franco Devias arriva all’1% e Gigi Sanna (Movimento zona franca) allo 0,7%.

Dei 1.480.352 elettori sardi, ieri alle 22, alla chiusura dei seggi, risulta aver votato soltanto il 52,23%, mentre cinque anni fa, quando le urne erano rimaste aperte anche nella giornata di lunedì, l’affluenza era stata del 67,57%. Lo spoglio delle 773.349 schede depositate nelle urne domenica è cominciato alle 7 e, almeno così dovrebbe essere, dovrà concludersi entro 12 ore, cioè entro le 19. Ma la procedura di spoglio procede con una lentezza sconcertante, tanto che, mentre nella sede elettorale di via Bottego a Cagliari affluisce il gotha del centrosinistra sardo – compresa l’ex candidata governatrice Francesca Barracciu, che alle primarie ebbe la meglio su Pigliaru, salvo dover rinunciare alla candidatura in quanto indagata per peculato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi consiliari – il popolo votante insorge in Rete. A stigmatizzare ironicamente la situazione, allora, un commento – tra i tanti – dei delusi e dei disincantati: «Continuando così finiranno lo scrutinio che Matteo Renzi sarà già alla sua prima crisi di governo». E ancora: «8 sezioni dopo tre ore… Manco loro vogliono sapere chi vince»… Materia su cui lavorare per gli accaniti sostenitori della democrazia diretta…

 

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