Daria Bignardi si difende: anch’io avevo un padre fascista, e Adriano Sofri non è un assassino

11 Feb 2014 20:12 - di Redazione

“Perché ho taciuto per 10 giorni e ora vi parlo di quella (buona) intervista” è il titolo del post pubblicato da Daria Bignardi sul suo blog, dove ricostruisce il caso che l’ha vista protagonista dopo l’intervista fatta all’onorevole del M5S Alessandro Di Battista nella sua trasmissione Le invasioni barbariche. Un’intervista che ha avuto uno strascico polemico notevole: la Bignardi chiese infatti a Di Battista se fosse imbarazzato dal padre fascista e la cosa non è piaciuta al portavoce del M5S Rocco Casalino, ex concorrente del Grande Fratello, che ha tirato in ballo Adriano Sofri: “Come ci si sente ad essere la nuora di un assassino”? Adesso Daria Bignardi risponde nel lungo intervento sul sito di Vanity Fair, difendendo il suo lavoro e la sua buona fede e soprattutto il suocero, Adriano Sofri. “Non mi ferisce leggere che mio suocero sarebbe un assassino perché – scrive Bignardi – non lo è. Sono orgogliosa di avere come nonno dei miei figli un uomo che ha ingiustamente subito una condanna a 22 anni di carcere per qualcosa che non ha commesso, e che è sempre rimasto – nonostante le ingiustizie e tutto quel che di terribile ha subito – la persona straordinaria che è”.

Quindi, dopo avere annotato che è stata fatta oggetto di una valanga insulti sulla rete da parte dei grillini, ha difeso quella domanda fatta a Di Battista “che ha risposto molto bene che era orgoglioso di suo padre”. “Non ho mai pensato di essere scorretta ponendo quella domanda sul padre – continua Bignardi – proprio a ragione del fatto che anche io, come ho scritto nel mio primo libro Non vi lascerò orfani, un libro letto da molte persone, ho raccontato di aver avuto un padre fascista che amavo moltissimo. Un padre morto trent’anni fa, quando ero una ragazza. Io sono molto più grande dell’onorevole Di Battista e mio padre quest’anno compirebbe cento anni, era del 1914: quindi era stato fascista come quasi tutti quelli della sua generazione, e conservava bei ricordi della sua giovinezza”. Bignardi sostiene infine che il fatto che l’ospite successivo a Di Battista fosse Corrado Augias (il quale parlò in quella trasmissione di “fascismo inconsapevole” di cui i grillini sarebbero esponenti) era dovuto al caso e non all’intenzione di criminalizzare il movimento di Grillo.

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