Cinquestelle, siamo al tutti contro tutti. Il dissidente Battista: «È solo l’inizio»

27 Feb 2014 10:02 - di Desiree Ragazzi

La fila per mollarlo si allunga. Ieri pomeriggio i militanti su internet hanno deciso l’espulsione di quattro senatori dissidenti (Fabrizio Bocchino, Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella e Lorenzo Battista), che avevano criticato Beppe Grillo per la gestione delle consultazioni con Renzi. Almeno altri quattro senatori hanno annunciato di lasciare il Movimento, oltre al deputato Tacconi. L’espulsione era stata votata in precedenza dall’assemblea dei parlamentari, con forti tensioni, pianti e insulti. Grillo era intervenuto dal blog sostenendo la cacciata. Ora c’è l’ipotesi di un gruppo autonomo di grillini dissidenti al Senato. Sono già in dodici. E all’indomani della sua espulsione Battista attacca Grillo e, intervistato da La Stampa e Corriere della Sera, denuncia di essere stato «oggetto di accuse spregevoli e denigratorie». Battista, in particolare, sottolinea di aver sempre votato in linea con il M5S e nega di essere stato pronto a dare la fiducia agli esecutivi Letta e Renzi; «siamo sempre stati legati ai valori originari del Movimento cinquestelle. La nostra posizione – sottolinea al quotidiano torinese – non cambia». Il senatore poi ribadisce alla testata di via Solferino: «Non abbiamo mai violato nessun regolamento e non abbiamo mai votato la fiducia a nessun governo. Ma se anche avessimo detto una stupidaggine – si domanda Battista – è possibile essere espulsi per il reato di stupidaggine?». Battista, inoltre, esclude di voler formare un gruppo con i civatiani: «Con Civati – chiarisce al Corriere – non ho mai parlato, fatemelo conoscere almeno». Sulle pagine della Stampa Battista ha ringraziato i colleghi Cinquestelle che hanno annunciato l’addio per solidarietà e ha lanciato un avvertimento sul futuro del Movimento: «Vi dico una cosa: quello che avete visto è soltanto l’inizio». E poi ha denunciato: «Siamo diventati qualcosa che non mi piace più». Quanto ai 20mila euro che Grillo ha accusato i dissidenti di voler tenere, è duro: «È una grandissima falsità». Il delirio dei cinquestelle è osservato con attenzione da Maurizio Gasparri: «È possibile che alle elezioni europee Grillo prenda molti voti nonostante la disgregazione del suo movimento. È possibile che queste rotture favoriscano Renzi e il suo tatticismo ipercinetico del nulla. È insomma possibile che nell’immediato non si tragga un vantaggio da quanto sta avvenendo. Ma c’è da sperare che lo scontro in atto apra gli occhi a tanti e faccia capire che Grillo è follia, eversione, Distruzione del tessuto civile». Per il vicepresidente del Senato, «Grillo è un avvelenatore della vita italiana. Un seminatore di odio. L’urlo di pazzia che destina a un’azione devastante e distruttiva una comprensibile rabbia di tanti. Grillo alimenta odio e ignoranza. Il suo tracollo potrebbe non essere imminente. Ma è essenziale per salvare democrazia e libertà minacciate dalla sua essenza nazi-stalinista».

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