Un sito che disorienta: così il ministero dell’Istruzione orienta gli studenti a scegliere il proprio futuro

2 Gen 2014 20:07 - di Redattore 89

Spot in tv, testimonial di prima categoria e un sito web dedicato. Sono gli ingredienti della campagna del ministero dell’Istruzione per aiutare gli studenti a orientarsi nella scelta della scuola e, in prospettiva, della strada professionale da intraprendere. Il progetto è entrato nel vivo con il nuovo anno, con l’approdo degli spot sulle reti Rai e poi, dal 5 gennaio, su Mtv. All’orientamento il ministero dell’Istruzione ha dedicato non solo uno specifico capitolo del decreto legge “L’istruzione riparte”, ma anche dei fondi considerevoli: 6,6 milioni di euro. Si tratta di un’iniziativa lodevole, perché – come ha sottolineato il ministro Maria Chiara Carrozza – «il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi dipende dalle loro scelte di oggi». La campagna è stata pensata bene: gli studenti potranno avvalersi dell’aiuto di un tutor a scuola e di una serie di strumenti web a cui si accede dal sito del ministero, dalle pagine informative, alla possibilità di scambiarsi email con esperti del settore, fino alle testimonianze di volti noti e affermati nelle varie professioni come la scrittrice Chiara Gamberale, lo chef Bruno Barbieri, l’astronauta Luca Parmitano, il regista e conduttore tv Pif. Fin qui davvero nulla da obiettare, ma è quando dalla teoria si passa alla pratica e si dà uno sguardo al sito che si ha la solita, sgradevole sensazione di trovarsi di fronte a istituzioni che vivono su Marte, lontane dalle persone in carne, ossa e vita quotidiana che popolano questo nostro mondo. Nella fattispecie, lontane da ragazzi e ragazzini a cui quelle pagine web si rivolgono. Intanto un paradosso: la sezione per i più giovani, gli studenti delle medie, ovvero i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni, è tutta grafici e bullets point, mentre quella dedicata al test di orientamento dopo il liceo, quindi dedicata ai diciottenni e più, si apre con una pagina decorata con fumetti di animali francamente imbarazzanti per chiunque abbia compiuto gli otto anni. Poi c’è la questione del linguaggio, che per quanto riguarda i ragazzi delle medie più che orientare rischia di disorientare. Per esempio, se fra gli istituti professionali si clicca sulla voce “Servizi socio-sanitari”, la prima spiegazione che si incontra è sotto il titolino “Per chi…” e recita: «È interessato alla salute e al benessere bio-psico-sociale di persone e comunità». A occhio e croce, si potrebbe scommettere che su dieci persone prese a caso nessuna sappia dire cosa sia il “benessere bio-psico-sociale” di chicchessia. Se ci si sposta sui Tecnici, ancora prendendo a caso una voce, in “Costruzioni, ambiente e territorio” si legge che è il percorso di studi a cui guardare “Se…” «Sei attratto dall’attività edile, dal rilievo topografico, dall’estimo» e giù a immaginarsi schiere di undici-tredicenni che passano i pomeriggi a vagheggiare attività di rilievo topografico ed estimo. E ancora, per il primo tra i licei, quello artistico, si legge che è “Per chi…” «È interessato a esprimere la propria creatività attraverso il proprio estro una propria originale progettualità». A parte che la frase non torna in italiano, ma poi quante volte bisogna rileggerla per capire dove vuole andare a parare? Ora, non che uno auspichi di leggere una cosa tipo “se ti piace disegnare”, ma insomma una via di mezzo, forse, si poteva anche trovare. E questo vale anche per le altre voci, che sono tutte grosso modo così. Scrive il ministro Carrozza nel messaggio di saluto sulla home: «Poche righe per invitarvi ad essere sempre liberi e curiosi, a coltivare il vostro talento. Spero che questo portale possa aiutarvi a trovare le informazioni giuste per le vostre scelte. Seguite le vostre passioni, individuate il vostro percorso di studi e fatelo presto. Solo così potete essere gli architetti del vostro futuro». Un testo semplice e fresco, che non banalizza l’iniziativa. Un testo efficace. Peccato che il resto del sito non sia allineato e che rischi di trasformare la speranza del ministro («che questo portale possa esservi d’aiuto») in una mera illusione.

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