«Sono stato preso a calci e pugni da Don Ciotti». E scatta la rivolta dei fan del “prete rosso”

2 Gen 2014 18:22 - di Guido Liberati

«Don Luigi Ciotti mi ha preso a calci a pugni perché mi ero stancato di lavorare per lui in nero». La denuncia arriva al quotidiano Libero da un 40enne siciliano, Filippo Adriano Lazzara, descritto come un giovane volenteroso impegnato in prima persona nella lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata, al quale don Ciotti avrebbe promesso in un primo momento (senza però mantenere l’impegno) un impiego stabile nella sua associazione antimafia, e a quanto pare colpito dal sacerdote nel corso di un incontro con pedate e sberle. Fatti che risalgono a tre anni fa, che il giovane siciliano a reso noti, pubblicando sulla sua bacheca Facebook la documentazione.
A corredo della sua intervista, la copia di una denuncia alla stazione dei carabinieri di Torino Monviso. «Nel settembre 2010 – si legge nella copia della denuncia postata su Facebook – sono venuto qui a Torino in quanto Don Ciotti mi aveva promesso del lavoro anche se io esplicavo già attività lavorativa a Partinico, lasciavo il tutto e venivo qui a Torino ma una volta giunto qui Don Ciotti mi faceva lavorare presso la Certosa. Visto che Don Ciotti non si era fatto più sentire, io cercavo in qualsiasi modo di mettermi in contatto con lo stesso, ma inutilmente. sino alla data del 5 marzo 2011 quando mi sno recato presso il gruppo Abele di Torino dove incontravo Don Ciotti, dopo una discussione Don Ciotti mi dava alcuni pugni in faccia e dei calci alla gamba sinistra». E non c’è solo la copia della querela, ma anche il referto medico e la lettera di scuse del prete torinese. Nella lettera scritta a mano, si legge: «Caro Filippo, mi spiace che i miei “nervi” siano saltati. Un po’ la stanchezza, un po’ il tuo modo di fare non hanno aiutato. Non meriti le “sberle” perché credo veramente nella tua onestà e capacità…Non ci siamo ritrovati. La Certosa non era e non è il posto per un tuo lavoro».  Sulla bacheca dello stesso Lazzara, non mancano gli interventi di altri seguaci che frequentano l’associazione Libera e il prete celebre per le battaglie antimafia e per il suo impegno sponsorizzato da politici e associazioni di sinistra. Tra l’incredulità di alcuni, spicca anche qualche commento non troppo sorpreso.  «Conosco don Ciotti da anni e anni – scrive sulla bacheca di Lazzara una iscritta a Fb che si firma Valy Talv – è vero forse delle volte è un po’ irruento e magari sarà vero un suo comportamento così .. Ma chi lo conosce bene sa benissimo che ha un carattere particolare! Come è vero che avere un’appuntamento con lui è difficile ma non perché non voglia ma perché è davvero impegnato in 1000 cose…». Come a confermare il ritratto di un personaggio poco propenso a porgere l’altra guancia, molto lontano dal santino che i salotti di Fabio Fazio e di Santoro ci hanno propinato in questi anni. Del resto, come commenta un osservatore terzo come Pierluigi Battista in un suo tweet: «Se non è vero, come spero, don Ciotti ha querelato Libero

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