Proteste e manifestazioni contro l’abolizione del reato di clandestinità: governo sotto accusa

22 Gen 2014 17:25 - di Desiree Ragazzi

«La clandestinità è un reato», «No allo svuota-carceri». La Lega Nord non si arrende all’abolizione del reato di immigrazione clandestina votata dal Senato e passa all’attacco. Un gruppo di parlamentari del Carroccio ha protestato davanti Montecitorio contro l’ultima trovata della maggioranza. L’occasione ghiotta per srotolare striscioni e accendere l’attenzione sulla protesta è stata offerta dal “pranzo della solidarietà” tra la presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro Cecile Kyenge. «Noi esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le vittime di reati compiuti dal 67% di clandestini soprattutto nel Nord – ha detto Massimo Bitonci, capogruppo al Senato della Lega – È un grave errore cancellare il reato di clandestinità, così come lo svuota-carceri che farà riversare sulle nostre strade migliaia di delinquenti. Solidarietà alle vittime, non alla Kyenge che è un ministro incompetente». Subito dopo la parola è passata al deputato Nicola Molteni, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia alla Camera: «La Boldrini scenda dai Palazzi dove banchetta con la Kyenge e venga insieme a noi a solidarizzare con i cittadini. La Lega sta con le vittime: vogliamo sicurezza e legalità. Abrogare il reato di clandestinità significa aprire del porte del Paese all’illegalità. La settimana prossima presenteremo un emendamento al cosiddetto svuota-carceri in cui chiederemo di ripristinare il reato di immigrazione clandestina, come vogliono i cittadini. Il magistrato Ardita ha detto che lo svuota-carceri che arriverà la prossima settimana alla Camera  è un regalo alla mafia. È necessario  cancellare questa vergogna e tornare a garantire la sicurezza dei cittadini». Il provvedimento approvato dal Senato continua ad alimentare le polemiche e tenere alto il livello della tensione. «È sconcertante – ha osservato Maurizio Gasparri – la leggerezza con la quale è stato abolito in prima battuta al Senato il reato di immigrazione clandestina. Chi ha favorito l’eliminazione di questa norma ha commesso un errore clamoroso, che avrà ripercussioni drammatiche sulla sicurezza del Paese. Tra i profughi, infatti, come hanno dovuto ammettere anche dal ministero degli Esteri, si nascondono cellule terroristiche. Un rischio infiltrazioni che interessa tutta l’Europa ma l’Italia in particolare, dove gli sbarchi sono continui». Il vicepresidente del Senato ha invitato a «riflettere tutti quelli che ancora oggi plaudono alla scelta demagogica di eliminare il reato di immigrazione clandestina. E si ripari alla Camera se non si vuole esporre il nostro Paese a un rischio serissimo, con flussi di clandestini in ulteriore aumento all’interno dei quali si può celare chiunque. Le norme sull’immigrazione vanno rispettate e rafforzate, e chi le sta smantellando se ne assume una responsabilità gravissima». Per Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario di Fi-Pdl alla Camera «l’abolizione parziale del reato penale di immigrazione clandestina (perché tale rimane in caso di recidiva) e la sua trasformazione in reato amministrativo è una vittoria di Pirro delle sinistre. Troppo spesso il Parlamento italiano ha legiferato su questa materia in modo emotivo e fuori dalla cornice di riferimento che è lo spazio di Schengen, cioè l’accordo le cui clausole prevedono l’abolizione dei controllo frontalieri fra gli Stati membri dell’Ue e il parallelo rafforzamento dei controlli sulle frontiere esterne. Fra questi controlli è ricompresa anche l’immigrazione clandestina».

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