Ore 16, il Pd alla resa dei conti. Renzi “a processo” per il gelo su Letta e il possibile asse con Berlusconi

16 Gen 2014 9:19 - di Redazione

Appuntamento alle 16 per quella che sarà una vera e propria resa dei conti, la prima da quando Renzi è segretario. Nella iunione della direzione del Pd il sindaco di Firenze è atteso al varco dalla minoranza interna, ma non solo. Ad aspettarsi risposte sui temi caldi, legge elettorale in primis, ma anche riforme, piano sul lavoro e rapporto con il governo sono anche gli alleati di maggioranza e il premier. E in preparazione dell’appuntamento, che sarà aperto e in diretta streaming, il segretario è stato impegnato in una serie di incontri, in particolare sul sistema di voto, da Denis Verdini ad Angelino Alfano a Nichi Vendola e Pierferdinando Casini solo negli ultimi giorni, sui quali oggi farà il punto. Senza, comunque, indicare un modello di voto in particolare, anche se – si sottolinea da fonti renziane – nel “file Excel” della legge elettorale (che va completato con la fondamentale casella di Fi) il sistema che sulla carta potrebbe raccogliere più consensi è, allo stato, considerato il Mattarellum. Alla vigilia della riunione di oggi, però, la sinistra del partito va all’attacco su tutti i fronti e dall’area Cuperlo si chiede un chiarimento sul rapporto con il governo arrivando a ipotizzare una fase due che potrebbe anche passare da un Letta bis. Sul fronte della legge elettorale dalla sinistra Pd si insiste sul doppio turno bocciando eventuali intese con Fi. Renzi – è il ragionamento – non può farsi un accordo con Berlusconi magari sul modello spagnolo in modo da poter scegliere, grazie alle liste bloccate, tutti i parlamentari. Tanto peggio se gli venisse l’idea di incontrare il Cavaliere alla sede del Pd. «Spero non incontri un pregiudicato al Nazareno – va all’attacco il bersaniano Alfredo D’Attorre – e sia cauto su mosse che possono resuscitare politicamente il Cavaliere». Si dialoga con tutti – è la replica in casa renziana – chi ha qualcosa da dire parli in Direzione. «Se siamo seri – attacca il sindaco – non possiamo non considerare quello che dice Forza Italia sulle regole. Su questo io discuto tutti i giorni anche con Fi». Ma il tema di scontro nel Pd non è solo la legge elettorale. Dal fronte cuperliano -si chiedono anche risposte sul rapporto con Letta. «Il governo – attacca un esponente della sinistra – non può essere sostenuto solo dalla minoranza del Pd. O Renzi si riconosce nel governo o il governo non va avanti». Altro tema sul quale il neo-segretario è atteso è il piano lavoro, quel jobs act sul quale da sinistra arrivano una serie di paletti. Un documento a prima firma dell’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, e di 22 parlamentari di area ex Ds è stato, infatti, inviato a Renzi in vista della discussione di oggi. Si tratta di un “decalogo” in cui si mettono in chiaro alcuni punti fermi, tra cui l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la Cassa integrazione e la centralità del contratto nazionale rispetto a quello aziendale.

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