L’ultimatum dei forconi ai politici: agite entro il 21 gennaio, occuperemo i Comuni

4 Gen 2014 19:45 - di Redazione

Tre richieste precise. E un ultimatum. Che scade il 21 gennaio prossimo. L’ala dei Forconi capitanata dal siciliano Mariano Ferro e dal veneto Lucio Chiavegato detta a governo e Parlamento le proprie condizioni: sospensione delle procedure esecutive di qualsiasi origine, istituzione di un fondo di garanzia per le aziende di tutti i settori produttivi, aumento in busta paga per i dipendenti privati di 300 euro. L’esecutivo e le Camere avranno tempo fino al 21 gennaio per «attuare queste richieste», il cui mancato adempimento, avvisano i due leader del movimento, «legittimerà gli italiani a prendere qualsiasi iniziativa».
L’ingiunzione porta con sè la sintesi di un documento elaborato oggi nel corso di una riunione a Monteforte d’Alpone, nel veronese e annunciato poi al termine dell’incontro nelle sue linee guida che hanno al centro della strategia soprattutto il Moloch Equitalia. E qui nel veronese che il Comitato “Coordinamento 9 dicembre 2013” ha messo a punto la sua nuova strategia che domani illustrerà alla stampa nei dettagli nel corso di un  presidio a Soave in mattinata.
«Vista l’inerzia del Parlamento e l’indifferenza del nostro governo – spiegano nel comunicato i due leader – il Comitato ha deciso all’unanimità di dare avvio alla fase 2 della protesta» il cui programma prevede che «entro martedì 21 gennaio 2014 debbano essere attuate le seguenti richieste, il cui mancato adempimento legittimerà gli italiani a prendere qualsiasi iniziativa che abbia la forza di ottenere quanto di seguito elencato». E, a seguire, ecco l’elenco delle richieste ai politici: «la sospensione immediata di tutte le procedure esecutive di qualsiasi origine, l’istituzione immediata di un fondo di garanzia nazionale per tutte le aziende di tutti i settori produttivi, in deroga a Basilea 2/3′, l’aumento in busta paga per i dipendenti privati (300 euro) attraverso la defiscalizzazione degli oneri contributivi a carico dell’impresa».
Ma le richieste dei forconi non si fermano qui. Un altro obiettivo sono le pensioni di cui si chiede l’aumento per quelle minime e l’adeguamento per quelle di invalidità «per garantire un tenore di vita dignitoso tramite il taglio delle pensioni d’oro e delle spese improduttive». E ancora: «la riduzione considerevole del costo del carburante per uso professionale (trasporti, agricolo, peschereccio) nonché dei pedaggi autostradali».
Nella lista delle richieste non manca neanche la tutela del made in Italy che va perseguita, secondo le richieste dei forconi, attraverso «l’inasprimento severo delle sanzioni, includendo l’arresto, per chi pratica “taroccamento” in tutti i settori produttivi».
«Vogliamo ripartire dai territori, dai rappresentanti dei tantissimi presidi di protesta, perché andare a Roma costa troppo per i simpatizzanti già impoveriti dalla crisi e si presta a infiltrazioni di estremisti e violenti – ha annunciato il siciliano Ferro – Stiamo pensando di occupare i Comuni e di fare dei presidi davanti alle prefetture. I sindaci devono decidere da che parte stare, se fare gli esattori in cui sono stati trasformati dal governo o stare con i cittadini».

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