L’Aquila, il direttore di Confcommercio si barrica nella sede di Bankitalia. Poi rinuncia alla protesta eclatante

13 Gen 2014 14:49 - di Redazione

È un grido di dolore lanciato a nome dei piccoli commercianti di questa «martoriata città» quello del direttore di Confcommercio L’Aquila, Celso Cioni, che si è barricato nella filiale Bankitalia annunciando l’inizio dello sciopero della fame e della sete. «Se saranno forzate le porte del bagno dove sono barricato ho benzina e accendino», ha detto deciso a non mollare la clamorosa protesta. Vuole che si parli dei commercianti costretti dal sisma a lasciare i negozi senza ottenere sostegni e facendo debiti, vuole che il governo riveda le condizioni del sistema bancario. Poi è stato convinto a interrompere la protesta eclatante grazie alla mediazione del comandante provinciale dei carabinieri, Savino Guarino, e del sostituto procuratore Stefano Gallo. Nel messaggio di Cioni inviato alla stampa c’è la fotografia della situazione della categoria, «questi disperati si sono ricollocati alla meglio e sono disperati, con le banche che li tengono quotidianamente sotto pressione. Molti – prosegue –  sono esasperati e ricorrono a medici e psicologi o a psicofarmaci per sostenere questo stato di cose di cui non hanno colpe. Come sapete ci sono casi di suicidi. Per questo inizio sciopero fame e sete e chiedo che il governo riveda le condizioni del sistema bancario almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata e domando se qui possono applicarsi le stesse regole di luoghi dove non è successo nulla. Basta con questa situazione che non meritiamo. Basta». Cioni, comunque, prima di uscire dalla sede di Bankitalia ha chiesto «almeno un colloquio telefonico» con il prefetto Francesco Alecci : «Voglio ottenere – ha detto – qualche iniziativa concreta per uscire da questa situazione. Sono consapevole che rischio l’arresto, ma per un motivo giusto non ho timori. Questa è una giusta causa per migliaia di persone». Un gesto disperato in una città ancora sconvolta dalle dimissioni di sabato scorso del sindaco Massimo Cialente in seguito all’inchiesta per tangenti nella ricostruzione post sisma che ha coinvolto il vicesindaco.

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