Ha sconfitto la mafia, non la burocrazia: per un cavillo “Ultimo” non è stato promosso generale

16 Gen 2014 16:17 - di Redazione

Per un cavillo burocratico Sergio De Caprio, 52 anni, alias capitano Ultimo e colonnello dei carabinieri, oggi vicecomandante del Noe, il Nucleo operativo ecologico dell’Arma, non è mai neanche stato valutato per la promozione a generale. Lo scrive il settimanale Panorama, nel numero in edicola. «De Caprio – sottolinea Panorama nel servizio – è sicuramente tra i migliori investigatori che i carabinieri abbiano avuto negli ultimi 30 anni. È stato condannato a morte dalla cupola di Cosa nostra per avere eseguito nel 1993 l’arresto di Totò Riina. E al Noe ha appena chiuso l’indagine sulla discarica di Malagrotta, a Roma, che ha condotto all’arresto arresti di sette indagati». Panorama scrive però che «tra i compagni di corso del colonnello De Caprio alcuni sono stati promossi a generale, altri magari non ci sono riusciti, ma lui non è stato neanche preso in considerazione. Perché? Per il regolamento: per essere ammessi all’avanzamento, nell’Arma, è necessario avere ricoperto per due anni l’incarico di comandante provinciale. Incarico che De Caprio avrebbe potuto ricoprire se fosse stato mandato in prima linea, in qualsiasi provincia della Sicilia o della Calabria, a combattere Cosa nostra. Niente da fare. Dopo essere stato trasferito 14 anni fa al Noe, De Caprio ha manifestato più volte il desiderio di tornare al Ros, il Reparto operativo speciale in cui per anni ha seminato il panico tra gli uomini d’onore. Ma questo – osserva il settimanale – non gli è stato mai concesso dal comando generale dell’Arma». Qualche anno fa, in polemica con il generale Sabato Palazzo, allora comandante del Ros, chiese di essere trasferito al Noe, dove ora ricopre il ruolo di vicecomandante. Anche nel nuovo incarico, ha portato avanti importanti inchieste sulle ecomafie. Ultima in ordine di tempo l’indagine sui rifiuti a Roma, tutt’altro che chiusa, dove gli uomini di Ultimi si stanno concentrando soprattutto sui rapporti tra il gruppo Cerroni e la politica. Dal canto suo, De Caprio, ha fatto quasi un vanto di essere sistematicamente boicottato dalle gerarchie militari e dagli apparati burocratici: «Quello che per altri è un premio, per me è un disonore – ha sempre detto – la carriera la facciano gli altri. A me piace stare con i miei soldati straccioni·

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