FI, contrordine su Toti dopo i malumori interni. Berlusconi: non ci sarà nessun coordinatore unico

14 Gen 2014 12:40 - di Gloria Sabatini

Giovanni Toti no pasaran. E così fu. Con una nota  Berlusconi torna sui suoi passi e annuncia che non ci sarà nessun coordinatore unico di Forza Italia facendo capire che la stampa ha scritto fantasie. Le tante critiche alla possibile nomina a dominus del partito dell’attuale direttore di Studio Aperto e Tg4 (ultima quella di Raffale Fitto dalle colonne del Corriere) non hanno lasciato indifferente il Cavaliere. «Non c’è mai stata alcuna intenzione di procedere alla nomina di un Coordinatore unico, figura peraltro non prevista dallo Statuto del nostro movimento», chiarisce anche se i faccia a faccia dei giorni precedenti con Toti e la benedizione di Federico Confalonieri non lasciavano molti dubbi sulle intenzioni del capo. «C’è invece l’intento di rilanciare Forza Italia, dotandoci di una nuova organizzazione e valorizzando tutta la classe dirigente che in questi anni, e particolarmente negli ultimi mesi, ha dimostrato di saper condurre straordinarie battaglie, affiancandomi nelle fasi più drammatiche della vita politico-istituzionale del Paese». Nessuna forzatura, vista la pessima reazione dei fedelissimi, ma nessuna retromarcia sulle intenzioni di ripartire da zero, lo si capisce quando scrive che «le vittorie del futuro risiederanno proprio nella capacità di Forza Italia di rimanere un movimento aperto» e che occorre spalancare la porta al nuovo. Era stato Raffaele Fitto il più esplicito nelle critiche alla scelta di Toti. «Con lealtà assoluta e con altrettanta assoluta chiarezza invito il Cavaliere a evitare questo errore, non cerco strapuntini, non parlo per ragioni personali, non sono interessato a nessun incarico. E, qualunque sarà la scelta di Berlusconi, non me ne andrò dal partito e continuerò a combattere a fianco a lui». Nessun tradimento ma una valutazione politica espressa per non «mortificare un intero gruppo dirigente». Del direttore di Studio Aperto dice che «è un giornalista certamente perbene, certamente capace», ma che «deve quantomeno dimostrare quale contributo possa dare a Forza Italia». Da giorni nel partito cresce il malumore e sono tornano le critiche alla scarsa gavetta e alla scarsa aderenza “al territorio” dell’ultimo promosso (che oggi il Cav ha detronizzato).  Ma c’è un altro elemento che non piace all’ex governatore della Calabria, il giovanilismo a tutti i costi. «Non si insegua Renzi sul quel terreno. Sul territorio abbiamo una valanga di bravi amministratori, gente capace ed onesta. E anche a livello nazionale i nostri parlamentari andrebbero conosciuti, valorizzati e incoraggiati». Con Fitto anche Saverio Romano («le parole di lealtà, coraggio e chiarezza che oggi Fitto indirizza a Berlusconi meritano attenzione e apprezzamento») e Daniele Capezzone, che però si guarda bene dall’usare toni che possano offendere il leader («siamo orgogliosi di poter proseguire il cammino di Forza Italia sotto la guida del presidente Berlusconi»). Micaela Biancofiore non vuole neppure sentire parlare di obiezioni: «Noi abbiamo l’unico leader vero che esista in Italia, scelto nelle urne da 10 milioni di elettori non da 3 ai gazebo. Se Berlusconi ha scelto Toti, abbiamo il dovere di supportarlo». ,

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