E un sindaco paga la mini-Imu per tutti: «Un monito agli spreconi di ogni risma»

24 Gen 2014 17:52 - di Redazione

Ha messo a punto una “manovrina” senza toccare il regolamento comunale o creare “buchi” di cassa e si è accollato, come amministrazione comunale, la mini Imu facendola risparmiare ai suoi cittadini proprietari di prima casa. Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia di Piave, si è poi messo in fila in banca e ha presentato il fatidico modello F24 per un importo complessivo di 166.412 euro, corrispondente al 40% dell’importo dovuto dalla differenza tra l’aliquota base e quella deliberata dall’amministrazione comunale. «La procedura che abbiamo adottato dovrebbe essere ineccepibile al fine di aggirare i rischi di essere accusato di danno erariale. Se così non è lo facciano pure» spiega Szumski, indicando che è stato studiato un sistema che dovrebbe garantire la regolarità del comportamento. Il sindaco, in sostanza, sembra non temere eventuali conseguenze per la decisione di versare la mini Imu per conto di circa duemila possessori di prima casa, su una platea di 9.300 residenti. «La scelta parte da lontano – aggiunge – e ha origine nella difficile decisione, nel 2012, di portare l’aliquota dell’imposta sulla casa al 5,6%, la più alta in provincia di Treviso, al fine di poter mantenere i servizi di welfare messi a rischio dalla riduzione dei trasferimenti statali. Quindi, essendo il mio Comune classificato fra i 142 più virtuosi in Italia, in base ad una graduatoria del 2012 del Ministero delle Finanze, mi sono detto che non c’erano motivi per non far risparmiare 166 mila euro ai concittadini». «Non conosco i bilanci dei Comuni vicini – conclude – ma conosco colleghi sindaci che avrebbero avuto l’intenzione e la possibilità di agire allo stesso modo. A bloccarli, a quanto pare, è stato il timore di un’accusa di danno erariale. Io dico, invece, ben venga. Fossero tutti così – conclude – i danni erariali». Per il governatore veneto Luca Zaia, che plaude alla scelta del sindaco trevigiano, «non ci si potrà poi lamentare se il sindaco e molti suoi colleghi scenderanno a Roma con i forconi perché, fra tagli, caos delle scadenze, nuovi aggravi, impossibilità di garantire servizi vitali anche quando il comune è virtuoso come lo è la maggior parte degli enti locali veneti, norme che si contraddicono, governare è diventato davvero impossibile. Fare il sindaco è ormai una missione». Szumski ha dimostrato che con una sana amministrazione le risorse devono e possono essere utilizzate per alleviare famiglie che sono alle prese con la peggior crisi del Dopoguerra. Un monito – conclude Zaia- agli spreconi di ogni risma e a colore i cui conti li stanno pagando 581 sindaci veneti, costretti a tirare le cinghia per consentire a qualcuno di gettare soldi pubblici dalla finestra e poi lamentarsi di non avere risorse».

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