Di Cataldo, dopo la gogna arriva la solidarietà: «Forza Massimo, le accuse erano una grande cattiveria»

16 Gen 2014 13:07 - di

«Forza Massimo, la verità trionfa sempre», «Sono felicissima che la verità è stata resa nota…..del resto chi ti ha conosciuto come dagli inizi della tua carriera già sapeva che le accuse su di te erano tutte una grandissima cattiveria», «Massimo ora avanti tutta», «Non devasta ciò che la gente può pensare nel tempo, ma la persona in cui riponiamo la nostra vita. Forza Max…», «Sono contenta per te Massimo. Per dire la verità ero una di quelle che un po’ dubitava ma sono contenta di essermi sbagliata. Sei un grande». Da quando si è diffusa la notizia che le accuse nei confronti di Massimo Di Cataldo sarebbero cadute, i suoi fan si sono scatenati: la sua pagina Facebook è stata inondata di commenti di apprezzamento e di solidarietà. Dopo mesi di accuse e di tam tam sui social network il “mostro” ora non è più un “mostro”. Era bastato che la sua ex-compagna, Anna Laura Millacci avesse pubblicato su Fb le foto che la ritraevano col volto tumefatto dopo le presunte violente subite da Di Cataldo e che – a suo dire – le avevano procurato un aborto, per scatenare la rabbia del web. Da quel momento per il cantautore romano era iniziato l’incubo. I magistrati aprirono subito un’indagine. Ora dopo mesi di angosce sono arrivate le prime risposte. «La perizia evidenzia che non c’è prova di lesioni né di procurato aborto», ha commentato Daniele Bocciolini, l’avvocato di Massimo Di Cataldo. «La relazione medico-legale redatta dai consulenti tecnici del pm – ha affermato il legale – smentisce categoricamente le infamanti accuse rivolte dalla signora Millacci al mio assistito. Secondo gli specialisti, non vi è alcuna prova documentale che la signora sia stata vittima delle riferite lesioni né tantomeno che il Di Cataldo sia responsabile dell’aborto, che avvenne, invece, in maniera spontanea». L’avvocato di Di Cataldo ora presenterà istanza di archiviazione: «È crollato, infatti, l’impianto accusatorio a carico del mio assistito il quale è stato esposto, in assenza di qualsivoglia elemento probatorio, e solo in ragione della sua popolarità, a una gogna mediatica senza precedenti». Lui, che dal primo momento si era definito innocente, ha commentato caustico: «In un momento in cui si è parlato tanto di soprusi sulle donne evidentemente faceva comodo un capro espiatorio, e quale mostro migliore di un uomo che da sempre canta canzoni d’amore avrebbe fatto più scalpore? Ho passato un periodo profondamente buio nel quale ho combattuto per non sprofondare nella depressione, mentre venivo ingiustamente accusato».

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