Detenuto malato di tumore, il giudice gli nega la scarcerazione. L’urlo della madre: «Sta morendo»

16 Gen 2014 14:48 - di Redazione

Niente scarcerazione per Vincenzo Di Sarno. Il magistrato di sorveglianza di Napoli ha rigettato la richiesta di differimento della pena presentata dai difensori del detenuto napoletano a Poggioreale, 35 anni, malato di tumore al midollo, che aveva chiesto la grazia al presidente Napolitano, arrivando al punto di preferire provocatoriamente l’eutanasia alla morte in carcere. Il magistrato di sorveglianza Rosa Labonia, nel rigettare l’istanza, ha disposto il ricovero in ospedale. Nel suo decreto, il giudice ha rilevato che «non vi sono i presupposti per l’adozione di un provvedimento d’urgenza» dal momento che il soggetto non appare in immediato pericolo di vita e, peraltro, «rifiuta la terapia propostagli». Ieri sembrava che uno spiraglio si fosse aperto nella vicenda di Vincenzo Di Sarno. Il  Capo dello Stato era intervenuto augurandosi che «sia l’esame della richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena, sia la procedura per la grazia, fossero condotte in tempi commisurati alla gravità delle condizioni di salute di Di Sarno». Parole che erano state accolte con sollievo dalla madre del giovane, che da tempo sta portando avanti la battaglia per il figlio. «Spero non sia troppo tardi», aveva detto raccontando di avere visto il figlio l’ultima volta venerdì in condizioni pietose. «È arrivato al colloquio strisciando, ridotto a un vegetale. Non c’è più tempo da perdere. È arrivato a pesare quasi 50 chili», aveva implorato la signora Cacace. Nella serata il Dap aveva quindi chiuso la pratica relativa alla situazione di Vincenzo Di Sarno, inviando l’istruttoria riguardante gli aspetti sanitari e comportamentali al tribunale di sorveglianza. Per quanto riguarda la grazia, lo stesso tribunale sta preparando il relativo dossier che dovrà pervenire al Ministero della Giustizia. Poi la doccia fredda.

Di Sarno è recluso nel carcere napoletano di Poggioreale da quattro anni: deve scontare una pena di sedici anni per l’omicidio di un extracomunitario avvenuto a seguito di una lite. Ha già subìto due interventi chirurgici (alla testa e alla colonna vertebrale) che, però, non hanno debellato il male. «Mio figlio non è in pericolo di vita? È allo stremo, come fanno i magistrati a non capirlo?», aggiunge oggi la mamma di Vincenzo, commentando il rigetto dell’istanza e il trasferimento del figlio in ospedale. «Rifiuta la terapia perché non ce la fa più. Pesava 115 kg ed ora 53, sta bene secondo voi?». Il giudice, nel decreto, indica le varie patologie dalle quali è affetto Di Sarno e che risultano da una relazione sanitaria del 14 gennaio; osserva che il detenuto è costantemente monitorato in carcere; e che sono stati già richiesti per lui una serie di esami specialistici. Il magistrato, tuttavia, conclude per il ricovero in ospedale «ritenendo opportuno effettuare un monitoraggio completo sulle effettive condizioni di salute del condannato, possibile solo in ambiente ospedaliero». ma la madre non si arrende e pur giudicando il  trasferimento in ospedale di suo figlio «un inizio importante» affinché venga curato,  tuttavia ancora una volta si rivolge al Capo dello Stato: «Solo lui può aiutarci».

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