Dal bunga bunga alle love story: così parlò la sinistra

11 Gen 2014 20:35 - di Francesco Signoretta

Spiare dal buco della serratura si può, ma solo in alcuni casi, magari nella Brianza velenosa o in Sardegna, in qualche Villa (Certosa o San Martino fa lo stesso) . Di sicuro è vietato intrufolarsi nella vita dei leader della sinistra, che sono idoli, simboli, maestri, icone e quindi intoccabili. Loro sì che hanno diritto alla privacy. E se poi si scopre qualche scappatella o qualche fiamma improvvisa, non è bunga bunga ma flirt, un termine più gentile, che si addice all’uomo dell’Eliseo. E se anche flirt non rende l’idea, è una love story. Sì, perché quella tra François Hollande e l’attrice Julie Gayet – posto che sia vera – è una vicenda ricca di sentimento, perché è così che la presentano i quotidiani francesi. Ed è così che la presentano anche quelli italiani, gli stessi che hanno ironizzato su qualsiasi altra storia, non solo del Cav. Non importa se il termine Love story ricordi il celebre film dal finale molto triste, l’importante è salvare la faccia all’uomo della sinistra europea, il socialista che ha posto fine alla stagione di Sarkozy (anche lui protagonista di una storia – meno love e trattata con pungente ironia – con la cantante Carla Bruni, diventata poi la first lady). Colpisce dunque la violenta polemica sulla stampa francese dopo le foto pubblicate dalla rivista Closer. Il quotidiano Le Parisien è durissimo con l’iniziativa di pubblicare – incredibile a dirsi, se confrontato con quel che è accaduto nel nostro Paese per mesi e mesi – «foto rubate del capo dello Stato» e afferma che questa decisione «segna una deriva inedita e rimette fortemente in discussione la frontiera fra vita pubblica e privata». Due sfere, aggiunge, che dovrebbero essere separate «da un cordone sanitario». Al veleno la replica, via twitter, di Laurence Pieau, la direttrice di Closer: «Se la storia vi ripugna tanto, non sarebbe stato più semplice non farci la prima pagina oggi?». Sulla stessa lunghezza d’onda di Le Parisien, anche Liberation, che non soltanto relega la notizia nelle pagine interne, fustigando la «confusione» fra sfera pubblica e privata, ma non cita mai il nome dell’attrice presunta amante del presidente. In prima di Le Figaro, un articolo dal titolo “Francois Hollande chiede il rispetto della sua vita privata”. Tutto bene, quindi, l’immagine di Hollande è tutelata. Nessuno scandalo, invece, da parte dei giornali della sinistra italiana quando si pubblicava di tutto su Berlusconi, dal cosiddetto bunga bunga al divorzio. E venivano riportate anche le voci di corridoio, del tipo “ho saputo che…”, trasformate in verità assolute. Tanto che oggi, non avendo più nulla da raccontare, tiggì e giornali si soffermano su Dudù, il nuovo scandalo all’italiana. Perché c’è cane e cane. E statene certi, il cane di Hollande è più bello di quello del Cavaliere, com’era più  bello il cane di Monti.

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