Attenti, di moderatismo si può anche morire. E non è una dolce morte

20 Gen 2014 18:55 - di Gabriele Farro

Il tiro al piccione si fa con le frecce di uno strano concetto di moderatismo. Sono tutti moderati, a parole. E quando c’è qualcosa che infastidisce, che non è gradito, parte immediata l’accusa: «Siete estremisti». Un’accusa che serve, in linea teorica, a superare l’ostacolo dell’avversario, dandogli un’etichetta negativa. Il termine “estremismo” è stato usato, per decenni, a seconda delle esigenze. Era estremista (e “fascista”) il Msi, ed era la scusa per tenerlo fuori dall’arco costituzionale anche se legittimamente presente alle elezioni e con un elettorato corposo. Erano estremisti i “rossi” protagonisti di atti di violenza, ed era un trucco per separare l’ambiente della sinistra più intollerante dal partito di riferimento, il Pci, che quindi diventava automaticamente “moderato”. Era estremista la destra in sé, solo perché difendeva valori tradizionali, quei valori che davano fastidio ai progressisti. Era addirittura “militarista” o nostalgico dei golpe chi difendeva gli uomini in divisa. Oggi l’accusa di estremismo viene rivolta a chiunque non faccia il gioco della sinistra o di un centro che tanto moderato non è, visto che travolge la gente con le stangate economiche. Dopo l’incontro nella sede del Pd, è “estremista” Renzi, perché ha parlato con un “pregiudicato” ed è estremista Berlusconi, perché vuole “ammazzare nella culla” i suoi alleati. Così come sono stati considerati “estremisti” i militanti di Fratelli d’Italia quando hanno manifestato pacificamente contro la Kyenge o quando hanno attaccato la Bonino per la vicenda Marò. Bisogna dire che tutto va bene, altrimenti sono guai, alla faccia della libertà di pensiero. Il paradosso di questo tipo di linguaggio arriva persino da Fabrizio Cicchitto, che si lascia trascinare: «Noi ci alleeremo con Forza Italia a condizione che si trovino intese politiche e programmatiche e che venga meno un estremismo che è stata la ragione che ci ha costretto a rompere».Quale sia questo estremismo azzurro è tutto da verificare. Ma persino nel Pd c’è chi si è accorto di questo giochetto ed è il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che è intervenuto in difesa di Renzi: «Lo hanno criticato in molti, soprattutto tra quelli che hanno vissuto di parassitismo antiberlusconiano senza concludere assolutamente niente». Già, proprio così. E sorge il dubbio: vuoi vedere che i veri estremisti sono i parassiti antiberlusconiani?

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