Assalto al carro funebre di Priebke, denunciato il sindaco ma il pm vuole l’archiviazione

30 Gen 2014 21:04 - di Redazione

Ha coscientemente violato le disposizioni del Prefetto e del Questore di Roma. E ha partecipato, fascia tricolore sul petto, alla manifestazione espressamente vietata e violenta. Non solo. Intervistato, ha rivendicato il diritto di prendere a calci quel carro funebre. Un comportamento, quello del sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, che il 5 novembre scorso gli è costato una denuncia con l’accusa di apologia di reato e di istigazione a disobbedire alle leggi e all’odio politico e sociale. Ma per il pm di Velletri, che ha chiesto ora l’archiviazione, è tutto regolare: non ci sono gli estremi  per perseguire il primo cittadino di Albano Laziale. Una decisione quella del magistrato velletrano sulla quale ora si dovrà esprimere il gip. Ma l’avvocato Gianfranco d’Onofrio, legale di Paolo Giachini che presentò quella denuncia dopo gli scontri e le violente contestazioni che fecero da cornice al funerale, poi saltato, di Erich Priebke, non ci sta. E annuncia battaglia.
«Il sindaco Marini ha scientemente violato le disposizioni del Prefetto della Provincia di Roma e del Questore di Roma partecipando, tra l’altro, come protagonista, a una manifestazione espressamente vietata e dichiaratamente violenta – spiega l’avvocato d’Onofrio – ed ha esplicitamente confessato e rivendicato la propria partecipazione attiva all’assembramento non autorizzato. Ma c’è di più. In due occasioni differenti, intervistato sia dal giornalista del Tempo, Maurizio Gallo, sia dal giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Caccia,  ha esplicitamente rivendicato la propria solidale partecipazione a quell’agguato alla bara di Priebke». Al giornalista che chiede: «È giusto che la città manifesti il proprio sdegno, ma anche prendendo a calci un carro funebre?», il sindaco Marini replica: «Anche in quel modo». Un comportamento che mal si concilia con il ruolo di rappresentate delle istituzioni, visto anche il fatto che il sindaco Marini ha preso parte alla manifestazione, fianco a fianco con chi sputava sul carro funebre o lo prendeva a calci, indossando la fascia tricolore da primo cittadino.
Il legale di Giachini ricorda anche che il sindaco sapeva benissimo cosa avrebbero provocato sia le sue dichiarazioni alla radio sia la sua partecipazione alla manifestazione. Intervistato da Radio24 sulla circostanza che i funerali di Priebke si sarebbero svolti, in forma privata, nell’istituto della Fraternità San Pio X ad Albano Laziale, Nicola Marini annunciò senza mezzi termini: «Adesso scenderò in piazza con i miei concittadini, ma si pone anche un problema di ordine pubblico». E, infatti, poche ore dopo successe il finimondo. «L’immediata risonanza mediatica di quelle dichiarazioni – sottolinea ora l’avvocato d’Onofrio – richiamava sul posto un nutrito numero di persone politicamente organizzate. E il sindaco, mettendo in pratica il suo dichiarato proposito, si presentò all’ingresso dell’istituto della Fraternità San Pio X, dove si unì ai manifestanti che si stavano radunando». Il resto è cronaca immortalata dalle tv e dalle parole di uno dei giornalisti presenti: i manifestanti «prendono d’assalto il convoglio: sputi, calci, urla, bestemmie e anche un sacchetto dell’immondizia lanciato contro il corteo. La Mercedes nera che trasporta la bara del nazista Priebke è investita dalla folla. La polizia riesce a far passare il corteo funebre dal cancello verde del convento mentre la folla intona cori … È un delirio. Un’onda umana travolge tutto e tutti. Un ragazzo si butta sul cofano della prima macchina, sulla seconda piovono sacchi di immondizia e monetine. Le vetture vengono tempestate di calci e di pugni. Neppure il carro funebre si salva. …  La furia però non si placa. Anche un religioso lefebvriano che cerca di entrare nel convento si busca la sua reazione di sputi, insulti e spintoni».

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