Arriva l’archivio delle auto senza assicurazione identificate tramite le telecamere

29 Gen 2014 17:51 - di Redazione

Sono quasi 4 milioni. Un incubo minaccioso per pedoni e automobilisti. Sono tutti quei veicoli del parco automobilistico italiano, 3 milioni e ottocentomila mezzi, che non risultano coperti da assicurazione. Il rischio è enorme. Fare un incidente con uno di questi mezzi può significare non vedersi risarciti. Scoprirli in anticipo fino ad oggi non era possibile. Ma dal 15 febbraio prossimo le cose cambieranno grazie a un nuovo database che terrà in memoria, con una sorta di “black list” le auto senza copertura assicurativa per aumentare la regolarità e la sicurezza sulla strada. Questo perché da quel giorno la Motorizzazione civile inizierà a trasmettere in tempo reale i dati relativi alle auto non assicurate al ministero dell’Interno e alle forze di Polizia nazionali e locali per individuare i veicoli e sollecitare i proprietari a stipulare l’Rc Auto. Con la trasmissione al ministero e alle forze dell’ordine dell’archivio informatico della Motorizzazione, aggiornato grazie al web service e all’incrocio dei dati relativi a tutti i veicoli con le polizze stipulate con tutte le compagnie assicurative, le auto senza copertura potranno essere individuate attraverso varchi Ztl, tutor e pattuglie su strada. Un reticolo di “sensori” che consentirà di alimentare il database rendendo la molto difficile agli evasori dell’assicurazione. Ma, anche se scoperti, gli automobilisti non saranno immediatamente sanzionati. «Senza accanimento vessatorio – spiega il sottosegretario D’Angelis che ha presentato l’iniziativa – i cittadini interessati saranno sollecitati a rimediare entro 15 giorni, pena il pagamento di sanzioni da un minimo di 841 euro a un massimo di 3.366 euro, fino al sequestro dell’auto». Secondo i dati della Motorizzazione, ad oggi 3,8 milioni di auto in Italia non sono coperte da assicurazione. Una cifra impressionante che catapulta l’Italia al primo posto fra i Paesi europei in materia di infrazioni e irregolarità».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *