Non parliamo solo di politica: il 14% dei pensionati percepisce assegni inferiori a 500 euro

5 Dic 2013 18:46 - di Giovanni Centrella

Sulla povertà in Italia più di un allarme oggi è stato lanciato. Il nostro Paese ha una quota di persone a rischio povertà o di esclusione sociale inferiore solo alla Grecia. Basti pensare che secondo Eurostat la quota di persone a rischio di povertà in Italia nel 2012 era del 29,9%, pari a 18,2 milioni di persone a rischio di povertà o esclusione sociale. L’aspetto più preoccupante è nel trend negativo che si trova in netto aumento: nel 2008 la quota era del 25,3%, nel 2011 del 28,2% e così via.

La notizia “fa il paio” con i dati di giornata dell’Inps sul bilancio sociale: quasi un pensionato su due, esattamente il 45,2% (circa 7,2 milioni di persone) percepisce un assegno mensile sotto i 1.000 euro (tra questi il 14,3% al di sotto di 500 euro) per una spesa annua complessiva di 54,7 miliardi di euro pari al 20,9% del totale della spesa pensionistica. Sempre secondo il nostro Istituto di previdenza, il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto, dall’inizio della crisi, di circa il 10%, mentre i redditi delle famiglie sono diminuiti complessivamente di 18 miliardi, con una caduta di potere d’acquisto pari a  4,9 punti.

Io ricordo quando ai sindacati che lanciavano allarmi sulla difficoltà dei lavoratori e delle famiglie ad arrivare a fine mese, già prima della crisi ovvero poco dopo l’entrata dell’euro, veniva risposto con l’accusa di essere degli uccelli del malaugurio.

Spero vivamente che da oggi in poi si smetta di perseverare nell’errore. Anche se il clamore provocato dalla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare incostituzionale la legge elettorale lascia immaginare che continueremo a parlare solo di politica e non di realtà.

Quello che mi aspetto è che governo e parlamento o attraverso la Legge di Stabilità o attraverso altri provvedimenti affronti finalmente la lunga serie di allarmi che sono più volte scattati e senza alcun esito. Basta dimostrare a parole preoccupazione, ma poi nei fatti continuare a impoverire la parte sana del Paese, perché di questo passo di soldi nelle casse dello Stato non ne entreranno più.

*Segretario generale Ugl

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