«Marino, ma che te ridi?»: la rabbia dei romani sale, lui è felice e se la spassa in bici…

7 Dic 2013 18:22 - di Girolamo Fragalà

Per dirla come i romani purosangue, quelli delle borgate che non usano mezze parole, «ma che te ridi?». Quel sorriso perennemente stampato sulla bocca del sindaco Ignazio Marino sta finendo per indispettire chiunque, persino gli ultimi irriducibili sostenitori. Dopo mesi di malgoverno (forse è più corretto dire che non ha mai governato, visto che ha parlato solo dei Fori Imperiali), con le criticità che stanno raggiungendo livelli mai toccati nella storia della Capitale – come ad esempio l’anarchia dei nomadi – lui ha sempre il modo di mettersi in mostra, farsi fotografare ai piedi dell’albero di Natale, ridere beato in bicicletta con il solito codazzo a fargli da contorno, ritratto di famiglia in un interno. Ecco un’altra giornata trascorsa come uno studente alle gite scolastiche. E a chi gli chiedeva notizie sul possibile rimpasto della giunta, rispondeva con una battuta – a suo dire – divertente: «La sera, prima di leggere un buon libro, mi ravvivo l’umore leggendo le fantasie scritte sui quotidiani». E giù la solita risatina irritante. Per non parlare della successiva puntualizzazione: «Squadra che vince non si cambia». Che cosa abbia vinto la sua squadra da quando è al Campidoglio resta un mistero, magari ha conquistato un immaginario Tapiro d’oro dopo la sceneggiata della gomitata mai avuta, con Marino a dimenarsi per il dolore.

Il paradosso è che mentre lui ride, gli altri – cittadini e lavoratori – piangono. «Dopo una breve tregua i Comitati di Difesa tornano sul piede di guerra in un momento così grave dopo le scelte del sindaco Marino che come prevedibile stanno portando alla chiusura delle attività commerciali di via Labicana in particolare il Bar Centrale ha chiuso i battenti e la storica Cornetteria è in procinto di chiusura, mentre altri negozi hanno annunciato trasferimenti in altre sedi», ha affermato il presidente del Comitato Difesa Esquilino-Monti Roma Caput Mundi Augusto Caratelli. «Ciò significa mettere sul lastrico decine di famiglie a causa di un finto progetto di pedonalizzazione dei Fori Imperiali in realtà mai compiuto. Invitiamo il sindaco Marino a ripensare questo scellerato progetto dando finalmente ascolto alle istanze dei cittadini e dei commercianti che vivono sulla propria pelle le criticità palesate. Noi non ci fermeremo». Difficile convincere il sindaco del contrario perché per lui va tutto bene. E se la ride. Beato.

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