Letta chiede la fiducia alla Camera: «Di qua chi crede nell’Europa, di là i populisti»

11 Dic 2013 10:36 - di Redazione

Nel suo intervento alla Camera per chiedere la fiducia il premier Enrico Letta promette “un nuovo inizio” e assicura ogni sforzo per non far ripiombare il paese nel caos. E nel giorno in cui è alto l’allerta del Viminale sulla protesta dei Forconi, Letta avvisa Grillo: no a parole che incitano all’insubordinazione. E aggiunge che è indiscussa la fedeltà delle forze dell’ordine ai valori repubblicani. Poi traccia una “linea netta”: “Di qua chi ama l’Europa, ne riconosce le contraddizioni e vuole riformarla ma sa che senza Ue ripiombiamo nel medioevo. Di là chi vuole bloccare l’Ue. Chiedo un mandato per un’Europa migliore, chi vuole isolare l’Italia, chi cerca consenso con il populismo non voti la fiducia”.

Il premier sottolinea che sarà rimodulato il programma della maggioranza ma senza rimettere in discussione i punti cardinali del lavoro per il 2014. L’obiettivo principale? Avere “entro il quadro tempistico dei 18 mesi istituzioni che funzionino e una democrazia più forte e più solida”. Sulla legge elettorale Letta ha focalizzato due aspetti: deve evitare l’eccesso di frazionamento che ci condannerebbe all’ingovernabilità e garantire una democrazia dell’alternanza. L’obiettivo è un meccanismo maggioritario. Ha confermato la volontà di abolire entro l’anno il finanziamento pubblico ai partiti, di completare la riforma degli ammortizzatori sociali, di abolire le Province. Nel prossimo consiglio dei ministri, ha detto ancora, “vareremo Destinazione Italia, per incentivare gli investimenti esteri”, che conterrà misure per il credito di imposta per la ricerca, fondi per incentivare la digitalizzazione delle Pmi e una “riduzione di 600 milioni di euro sulle bollette” per l’energia. Letta ha inoltre anticipato al Parlamento l’intenzione di valutare l’apertura, a breve, del capitale delle Poste e di altre imprese all’azionariato dei lavoratori, per un nuovo modello di impresa già avviato in Germania. A gennaio il governo varerà infine un pacchetto di norme sulla legalità.

La maggioranza ha applaudito a lungo in piedi al termine del discorso del presidente del Consiglio Enrico Letta nell’aula della Camera. Immobili sono rimasti i deputati di FI, M5S e Sel. Daniele Capezzone è stato il primo a commentare il discorso di Letta: “Spiace davvero dirlo, ma le parole di oggi del Presidente del Consiglio Letta inducono a una domanda sconsolata: ma dove vive? La sensazione è quella di qualcuno che non ha il polso profondo del Paese, ma si preoccupa solo del barometro interno ai palazzi della politica”.

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