Immigrazione: i giochi perversi della sinistra per conquistare il “tesoretto” (di voti)

28 Dic 2013 19:38 - di Francesco Signoretta

Il tentativo subdolo è quello di approfittare di alcuni episodi di cronaca per capovolgere la realtà delle cose e imporre la logica della sinistra, con la Kyenge, la Boldrini, Vendola e i “buonisti” del Pd a far da coro. L’obiettivo è spalancare le porte agli immigrati senza un minimo di controllo perché – in proiezione futura – potrebbero costituire il “tesoretto” elettorale della sinistra. Ecco che i centri di accoglienza, fondamentali per la sicurezza, vengono etichettati come “galere”, e la soluzione a tutti i problemi diventa la “cittadinanza facile”. Un giochetto politico squallido, facilmente smascherabile, che però ha una precisa regìa e numerose casse di risonanza.

Le reazioni non mancano, anche se una grossa fetta di giornali le ignorano in modo scientifico. «La chiusura del centro di accoglienza di Lampedusa, la riduzione del tempo massimo di permanenza nei Cie e la proposta insensata e inutile dello ius soli sono una iattura per la sicurezza nazionale», ha detto, tanto per citare un esempio, il sindaco di Verona Flavio Tosi. Sui Cie si è montato lo scandalo, vengono descritti come le peggiori carceri, alla stregua di quelle rese famose dai film di Hollywood. E invece sono strutture che servono ad accogliere i clandestini per valutarne le posizioni singolarmente. Se non ci fossero, sarebbe l’anarchia totale, neanche uno sporadico controllo, con le nostre coste trasformate ancor di più in colabrodo. Per non parlare poi della proposta di dare la cittadinanza italiana a chi svolge il servizio militare, «una proposta inaccettabile e fuori dalla realtà», come sottolinea il senatore Lucio Malan.  Anche perché ci sono migliaia di giovani italiani che tentano inutilmente di entrare nel ristrettissimo numero di arruolamenti che vengono effettuati in questi anni e non si vede alcuna necessità di fare entrare al loro posto persone che vengono da chissà dove e delle quali si stenta addirittura a essere certi della carta d’identità. Si tratterebbe di un doppio regalo: cittadinanza e stipendio, mentre tanti italiani emigrano a causa della disoccupazione. Ma nel carnevale della politica, dove tutto serve per finire sulle prime pagine dei giornali, continuano a sfilare carrozzoni taroccati. Dove i personaggi sono come le statuette di San Gregorio Armeno: artistici ma ironici. Peccato che a pagarne le conseguenze siano gli italiani.

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