È il momento della strategia: al centrodestra ora conviene puntare sulla vittoria alle europee

2 Dic 2013 18:24 - di Oreste Martino

La decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e la scissione del Pdl con la nascita del Nuovo Centrodestra avrebbe fatto bene elettoralmente alla coalizione. A confermarlo è l’insospettabile Ilvo Diamanti nel sondaggio pubblicato su Repubblica. Un mese e mezzo fa il Pdl era al 20% secondo Diamanti, mentre oggi la somma dei due partiti post-scissione è al 26,1%. Un balzo significativo dovuto da un lato al recupero del brand Forza Italia e dall’altro alla nascita del partito di Alfano che recupera dall’astensionismo il voto di elettori moderati che erano ormai stanchi di Berlusconi. Forza Italia sarebbe attestata al 20,8%, quasi un punto sopra al Pdl di due mesi prima e Nuovo Centrodestra al 5,3%. Leggendo con attenzione questi numeri si capisce perché Berlusconi continua a tenere aperto il dialogo con il delfino che si è smarcato, frenando i falchi che vorrebbero vedere attuato il “metodo Boffo” e i media di famiglia che mordono Alfano e i suoi ma non passano a quella soluzione finale che provocherebbe una rottura insanabile. Il Cavaliere deve quindi decidere se affondare il colpo come fece con Gianfranco Fini e cercare di uccidere il bimbo in culla o se trarre vantaggio dalla possibilità che il Nuovo Centrodestra porti alla coalizione voti che lui non potrà mai più recuperare.

Più che un ricorso immediato alle urne al centrodestra conviene puntare ad un successo elettorale alle europee, molto probabile anche leggendo i dati pubblicati da Repubblica oggi. Aggiungendo infatti ai voti di FI e Ncd il 4,1% della Lega Nord e il 2% di Fratelli d’Italia si arriva al 32,2%, mentre il centrosinistra è al 33,1% (29,1% il Pd e 4% Sel). Se per ora le due coalizioni sono alla pari da qui alle europee di maggio possono emergere due novità favorevoli al centrodestra. La prima riguarda l’allargamento della destra che potrebbe recuperare simbolo o denominazione di Alleanza Nazionale ed unire i vari spezzoni in un soggetto politico unitario che potrebbe più che raddoppiare il 2% dato oggi a Fratelli d’Italia. La seconda è la possibilità che il progetto dei “Popolari per l’Europa” di Pierferdinando Casini e Mario Mauro rientri nell’alveo naturale del centrodestra dopo che l’uscita di scena della leadership berlusconiana farà venir meno gli impedimenti del passato. Così il giorno dopo le europee il centrodestra allargato ai vecchi confini delle stagioni vittoriose potrebbe avere uno scarto di almeno cinque punti sul centrosinistra ed organizzarsi per vincere le politiche del 2015. I due elementi perché ciò avvenga sono la consapevolezza di Berlusconi di non poter più essere collante, leader e candidato della coalizione – cosa che nei prossimi mesi gli eventi personali renderanno evidente e irreversibile – e la scelta di tutte le forze alternative alla sinistra di avviare un percorso democratico con elezioni primarie per scegliere il candidato premier da contrapporre in futuro a Matteo Renzi o Enrico Letta.

Fino a qualche settimana fa sembrava impossibile uno scenario del genere, ma come emerge oggi dal sondaggio di Repubblica ci sono le condizioni perché il centrodestra torni a vincere, a partire dalle prossime elezioni europee.

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