Dal serial killer in fuga a Lampedusa, fino al calcioscommesse: così l’Italia balla sulle sue macerie

19 Dic 2013 9:34 - di Gennaro Malgieri

Tre omicidi, un tentato omicidio, cinque evasioni: un  detenuto nel carcere di Marassi a Genova ottiene un “permesso-premio” e fa perdere le sue tracce. Il direttore del penitenziario, così come il magistrato che ha firmato il provvedimento di scarcerazione dicono che non sapevano niente dei precedenti penali del detenuto Bartolomeo Gagliano: per loro era soltanto un rapinatore e non un serial killer noto in tutta la Liguria come “il killer di San Valentino”, il cui primo omicidio risale al 1981 quando uccise una prostituta. Poi venticinque anni di storia criminale fino alla condanna e all’ennesima evasione. Una storia italiana, scrivono i giornali.

Nel settembre 2011 un cittadino egiziano, Hamed Ahamed, tenta di uccidere la figlia adolescente soffocandola con un sacchetto di plastica perché faceva sesso con il fidanzato italiano e lui, il genitore, disapprovava violentemente. I principi islamici non lo consentivano e, di conseguenza, imponevano una esemplare punizione. La morte. Non riuscì nell’intento il fedele ed amorevole padre e venne condannato a sette anni di reclusione per tentato omicidio. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio in Appello non avendo riscontrato le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione. E’ possibile adesso che l’uomo la faccia franca. Anche questo accade nelle civilissima Italia. E non è commentabile.

Accade pure che nel Centro di accoglienza per immigrati di Lampedusa, solerti funzionari che sarebbe meglio definire in altro modo trattino i malcapitati immigrati come se fossero bestie da immunizzare da possibili malattie: gli idranti usati su di loro definiscono lo stato di chi dovrebbe provvedere al sollievo dei malcapitati. Le immagini di “benvenuto”, trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo, sono tra le più vergognose prodotte  da una burocrazia imbecille quanto disumana. Ci meravigliavamo ed inorridivamo, anni fa,  di quanto avveniva nel carcere di Abu Ghraib, ora sappiamo anche che Guantanamo non è poi tanto lontano…

Per finire. A Villermosa, in provincia di Cagliari, la presenza di due islamici in classe, ha suggerito alla professoressa di impedire a tutta la scolaresca di partecipare alla Santa Messa. La sensibile donna si è infatti domandata: se gli alunni vanno in Chiesa dove li metto i due musulmani? E si è data la risposta da sola vietando a tutti la funzione liturgica. Non ci risulta che siano insorti comitati di professori, studenti e genitori, né che le autorità scolastiche siano in qualche modo intervenute.  I ragazzi, abbiamo appreso, sono rimasti fuori dal luogo di culto e si sono sorbiti il discorso del sindaco che ricordava il 4 novembre, data che probabilmente dice molto ai ragazzini musulmani…

Dulcis in fundo, ritorna il calcio scommesse. In grande stile questa volta. Si punta in alto: ai Mondiali brasiliani. Dai campi di periferia al football planetario, la grande criminalità italiana si è attrezzata per il colpo del millennio. In qualcosa, evidentemente, siamo deprecabilmente insuperabili.

Ecco, questo è il Paese in cui viviamo. Abbiamo scelto oggi cinque storie esemplari per raccontare lo snaturamento civile, morale, culturale e politico dell’Italia che, verosimilmente, da quanto si vede e si sente, non fa nessun effetto alla classe politica di null’altro preoccupata se non di salvare se stessa: dall’indignazione popolare, da una legge elettorale che la ridimensionerebbe, dall’Europa che la guarda stupita, a tutti coloro che si domandano come sia potuto svilupparsi un degrado simile, senza precedenti.

Quando s’invoca una riforma radicale della società non si allude semplicemente a quella delle istituzioni pur di primaria importanza, ma ad una più complessiva presa di coscienza da parte delle agenzie formative, dalla famiglia alla scuola ai poteri dello Stato, che dovrebbero doverosamente valutare i passi della decadenza e regolarsi di conseguenza. Ma c’è il clima per procedere in questo senso? Non proviamo neppure a dare la risposta, tanto la conoscete già.

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