Cgil, Cisl e Uil non si avventurino a sfidare chi protesta in piazza, perderebbero al primo round

17 Dic 2013 16:28 - di Francesco Signoretta

Hanno perso credibilità, sono stati messi sotto accusa dai lavoratori, si sono rifugiati nei soliti tavoli che non portano a nulla, hanno scarsa capacità di mobilitazione (tranne quella dei pullman tipo gita scolastica, con panino in regalo e passeggiata per le vie del centro). E ora, per completare il quadro, i sindacati della vecchia Triplice stanno per commettere l’errore più grande: alle manifestazioni dei forconi – parliamo di quelle pacifiche, non di quelle guastate dagli infiltrati – Cgil, Cisl e Uil hanno risposto in modo rancoroso, come se fossero spinte dall’invidia. E si sono messe di traverso, partecipando al coro di criminalizzazione. La Camusso in prima fila – sorda a qualsiasi richiamo, innervosita dalla presenza di una piazza senza bandiere rosse – ha sparato parole di fuoco. Ma anche gli altri leader non sono stati da meno. Ed è uno sbaglio grossolano perché gran parte della protesta arriva da lavoratori che non ne possono più ed esprimono una rabbia da interpretare e non da condannare. Una certa politica, specie “istituzionale”, può avere dubbi, guardare alle esigenze della sicurezza, fare muro contro un altro tipo di antipolitica. Ma i sindacati no, i sindacati devono saper capire che c’è un disagio, coglierlo e dare risposte. Dire, tanto per usare le parole di Luigi Angeletti, il leader della Uil, che «incavolarsi non è sufficiente, servono obiettivi perché in un Paese che perde la speranza non è bello vivere» si trasforma in un boomerang. Non sono infatti i forconi a dover dare le risposte, questo è un compito che spetta alla politica e ai sindacati, nessuno escluso. Tra l’altro, mentre la politica – a fatica – sta cercando di riemergere, il sindacato (della Triplice) sembra essere ritornato alle vecchie logiche, piegato com’è alle esigenze della Cgil, a sua volta piegata alle esigenze del Pd. Si eviti quindi l’errore di contrapporre i sindacati ai forconi, sarebbe un suicidio. Perché a quel punto la gente saprebbe cosa scegliere. E non sceglierebbe di sicuro la Camusso.

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