Virzì contro il Festival di Roma: «Scarlett Johansson è costata 600mila euro e sono tutti soldi pubblici»

19 Nov 2013 18:01 - di Guido Liberati

La denuncia arriva dal regista Paolo Virzì, direttore del Torino Film Festival, «Quando voi vedete Scarlett Johanson che sfila sul red carpet romano – ha detto Virzì a Torino presentando l’edizione 2013 del Tff – dovreste metterle anche un cartellino del prezzo. Dovreste vedere, lì che cammina, un “cosa” che sta tra i 400mila e i 600 mila dollari. Immaginatevi proprio il mucchio di banconote che cammina. E sappiate che sono banconote pubbliche». Una dichiarazione pesante, motivata dal fatto che l’evento torinese è diretto concorrente del Festival di Roma, visto che il calendario lo pone appena quattro giorni dopo la conclusione della kermesse romana. Dagli organi  del Festival capitolino, costato oltre undici milioni di euro, per ora nessuna risposta. È plausibile, però, che la diva americana sia costata circa mezzo milione di euro per una comparsata? Possibile, visto che per interpretare la Vedova nera in The Avengers 2, la Johansson ha firmato un contratto da venti milioni di dollari, circa 16 milioni di euro. Del resto, l’intenzione del sindaco Marino è stata espressamente quella di tornare alle antiche manie di grandezza di Walter Veltroni: meno Festival e più Festa popolare. E Marco Muller aveva anticipato: «Ci sarà una dose quotidiana di divismo» da concordarsi con le case di distribuzione. In pratica, i divi sarebbero stati pagati dalle case di distribuzione a loro spese. Virzì, però, parla esplicitamente di soldi pubblici. E l’intenzione di far ricorso alle casse dello Stato anche per il futuro, è stata manifestata a chiare lettere da Nicola Zingaretti: «Ora dobbiamo lavorare per ridare al festival basi più solide – ha detto il governatore del Lazio alla fine del Festival— sarebbe molto importante un coinvolgimento diretto del Mibac, che rafforzerebbe l’autorevolezza della Fondazione Cinema per Roma. Un traguardo che possiamo raggiungere con il supporto del ministro Bray, da sempre attento e appassionato sostenitore dell’ industria cinematografica e delle nuove arti ad essa collegate». Tradotto in soldoni: il Festival chiede altri soldi pubblici.

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