Una storia positiva: un musulmano sconta la pena in Chiesa e si integra

25 Nov 2013 15:33 - di Antonio La Caria

Ci sono anche storie che consentono di sperare che qualcosa cambi. Da un anno la Chiesa di San Nicolò all’Arena, dietro piazza Bra a Verona, ha come sacrestano un musulmano. Una “libera” scelta di Rida, 34 anni, che ha accettato un tirocinio con questo specifico ruolo in regime di affidamento, dopo aver scontato cinque anni di carcere. La sua fede religiosa non è un ostacolo: «che si preghi Gesù, Allah o Budda, sempre un Dio si segue e si rispetta. In modi diversi», spiega Rida rilevando che il suo credo è rispettato nella parrocchia dove può fare anche il Ramadan («faccio le cinque Salat quotidiane rivolte alla Mecca nei limiti del possibile e degli impegni che ho»). Rida a San Nicolò si trova bene, essere al servizio di don Marco e don Roberto non gli pesa per nulla, anzi si sente gratificato per il suo incarico che svolge in maniera certosina. Che sia la lucidatura del legno dei banchi o la “difesa” delle cassette delle offerte e degli oggetti sacri della chiesa, o nell’assumere il ruolo di filtro con le persone disagiate che si presentano per ottenere qualcosa. Rida si è integrato in questo mondo, condivide anche il pasto con il parroco e la sorella che lo invitano spesso nella loro casa, ed auspica, alla scadenza della pena, di non lasciare Verona, tentennando alle lusinghe della sorella che lo vorrebbe avere vicino a sé nella sua abitazione trevigiana.

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