“Tutti insieme per i marò”, presentata la marcia di sabato a Roma: «Portate un tricolore»

20 Nov 2013 17:22 - di Redazione

Partirà sabato alle 15 da Piazza Bocca della Verità a Roma e si snoderà per le vie del centro. «Ma non è una marcia su Roma, è semplicemente una marcia per le vie di Roma», sottolineano in un incontro con i giornalisti, Paola Moschetti e Vania Ardito, rispettivamente moglie e compagna del capo di prima classe Massimiliano Latorre e del secondo capo Salvatore Girone, i due fucilieri della Brigata San Marco trattenuti in India perché accusati di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. Nella conferenza stampa organizzata a Taranto, le due donne hanno precisato che si tratterà di una «marcia di solidarietà, quindi assolutamente pacifica e ci teniamo a sottolineare apolitica e apartitica». Massimo Saracino, uno dei legali di Latorre, ha fatto presente che «non a caso le famiglie hanno deciso di intitolare la marcia ‘Tutti insieme per i marò” e non a caso si è scelta come location Roma. Non ci interessano, ad eccezione chiaramente del tricolore, bandiere, stemmi di qualsivoglia connotazione e orientamento politico. Il tema è troppo delicato perché si possa lasciare spazio ad eventuali speculazioni di sorta. Questa è la marcia per i marò». Quindi, è stato ribadito, l’obiettivo della marcia, che è solo una delle iniziative in cantiere ad opera dei familiari dei due fucilieri, «è esclusivamente quello di richiamare l’attenzione e sensibilizzare tutti i cittadini e le istituzioni affinché si faccia chiarezza sugli sviluppi della vicenda, consentendo finalmente un definitivo rientro in Patria dei nostri marò». Alla manifestazione hanno già aderito l’Associazione nazionale bersaglieri, l’associazione nazionale marinai d’Italia, l’associazione nazionale Alpini, l’associazione nazionale paracadutisti e il gruppo nazionale dei Leoni di San Marco. «I due marò – ha affermato l’avvocato Saracino – si sono trovati coinvolti in una simile drammatica vicenda proprio nel momento in cui stavano svolgendo un regolare servizio in quanto militari italiani impegnati a garantire l’incolumità di una nave italiana, la petroliera Enrica Lexie. Questa è una vicenda che investe ed ha travolto non solo i due marò e le rispettive famiglie. Si tratta di un problema del Paese Italia».

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