Passeggiate romane col naso turato, anche Marino perde la sfida del “guano”

9 Nov 2013 10:33 - di Antonella Ambrosioni

In tanti ogni anno di questi tempi hanno provato a combattere la ben poco epica battaglia contro il guano sul Lungotevere. Invano. Chi si addentrasse in questi giorni in quell’area lungo Piazza Belli, piazza Sonnino, viale Trastevere, Lungotevere dei Vallati, Lungotevere Sanzio, Lungotevere degli Anguillara, Isola Tiberina, dovrebbe solo scappare per non  andare in debito d’ossigeno a furia di trattenere il respiro: si ripresenta il “fastidioso” problema per residenti e passanti che, a causa dei numerosissimi stormi di uccelli sugli alberi del quartiere, sono costretti a camminare su strade lastricate di guano e coprirsi naso e bocca per non sentire lo sgradevole odore. Ua brutta sorpresa che coglie ogni anno i turisti lungo quella passeggiata che in  altri periodi è invece “magica”. Negli anni passati si è tentato di tutto: il lavaggio delle strade con l’ausilio di una spazzatrice e di un lava-strade,  l’igienizzazione delle aree con enzimi biologici per eliminare i cattivi odori. Ma spesso tutto ciò ha lasciato un senso di frustrazione: il combinato disposto, guano più igienizzanti, rende, come oggi, le zone invivibili, l’odore ancora più nauseante.

L’anno scorso furono usate anche “armi non convenzionali”: i “pifferai magici’ che con enormi megafoni emettevano sugli alberi i Distress call, versi di allarme emessi in natura dagli stormi quando si trovano in situazioni di pericolo. Obiettivo allontanare e scacciare gli uccelli dai loro dormitori e quindi evitare strade, macchine e scooter ricoperti di guano. Macché. Oltre al Distress call si provò con dei fasci luminosi mobili per aumentare l’efficacia del segnale e far sì che gli uccelli abbandonassero il loro alloggio allontanandosi da un luogo che d’ora in poi considereranno pericoloso. Non ci cascano. Gli stormi si sono impossessati di Roma, non c’è giunta che tenga. Ci ha provato Alemanno, tenta ora Marino, ma il risultato non cambia. Il rinnovamento non passa per la battaglia del guano. Gli storni, tra le altre zone, quest’anno si sono arroccati anche sul Verano, il cimitero cittadino: un milione di volatili, con annessa, continua, produzione di tonnellate di guano. E all’Ama non è più bastato soltanto bonificare l’area. Sono state messe in campo “squadre speciali”: cinque falchi e cinque poiane addestrati con lo specifico compito di cacciare gli intrusi semplicemente spaventandoli, senza divorarli. Nel cimitero romano hanno infatti trovato riparo tutti i volatili cacciati a più riprese dalle altre zone di Roma. Al Verano a protestare sono stati i vivi, che proprio in questi giorni hanno visitato in gran numero i loro defunti: un rito familiare trasformato in un’ Odissea nel guano, tra olezzi spaventosi, vestiti che si macchiavano e cadute sul tappeto scivoloso. Con le piogge degli ultimi giorni, poi, i viali del cimitero fiancheggiati da lecci e cipressi sono diventati vere “forche caudine”. C’è poco da fare, i dissuasori acustici non hanno prodotto effetti significativi. L’unico consiglio ai cittadini è sopportare qualche giorno di trincea e al sindaco di non andare in bicicletta….

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