Nuovo scontro sui senatori a vita (quasi sempre) assenteisti. Rissa sfiorata tra Bondi e Stefano

28 Nov 2013 13:48 - di Redazione

Nuovo scontro a Palazzo Madama tra Sandro Bondi e la presidenza sulla presenza ieri dei senatori a vita al voto sulla decadenza di Berlusconi. Che si conclude con l’uscita dall’aula dell’esponente di Fi. Bondi ha chiesto di prendere la parola in apertura di seduta per commentare una dichiarazione ai giornali di Renzo Piano (“Sono abituato ad essere attaccato dai costruttori cui non piace il mio lavoro. Essere attaccati da Bondi e Gasparri è sublime. Pura beatitudine”). Bondi ha precisato di non aver attaccato Piano “come nessun altro senatore a vita: ho semplicemente chiesto all’Aula, ai miei colleghi e a quelli della maggioranza di Governo, se considerassero moralmente opportuno e accettabile che i senatori a vita, i quali si distinguono per la loro continua assenza dai lavori del Parlamento, come si dimostra anche questa mattina, partecipassero ad un voto politicamente impegnativo come quello sulla decadenza del leader del centrodestra”. Parole accolte da applausi dai banchi di Fi e Lega, ma anche da proteste e brusii da altri settori. «Poi – ha proseguito – naturalmente mi risponderà il Presidente del Gruppo del Partito democratico, senatore Zanda, che è il curatore degli interessi dei senatori a vita e del Presidente della Repubblica». E, ha aggiunto, «condivido l’editoriale a firma del direttore Sallusti, il quale scrive: “E come sempre, quando c’è da fare scorrere sangue senza nulla rischiare, non potevano mancare gli intellettuali. In questo caso si chiamano senatori a vita, tipo l’architetto Renzo Piano e lo scienziato Carlo Rubbia…”». A questo punto dai banchi del Pd si sono levate grida di “Basta!”, mentre Bondi ha insistito nella citazione: «Parliamo di due amici di Napolitano, tanto amici…». Bondi non ha gradito l’intervento della presidenza (era di turno Lanzillotta) che lo invitava a concludere o a prendere la parola a fine seduta (“Mi lasci parlare, Presidente, mi pare l’ABC della democrazia!”) proseguendo imperterrito nella lettura dell’articolo. Per poi sbottare al nuovo intervento della presidenza: «Lei mi impedisce di parlare». «No, non le impedisco di parlare. Ha chiesto di parlare il senatore Zanda. Ne ha facoltà», ha replicato Lanzillotta. «Mi faccia finire di parlare! Presidente – ha concluso Bondi – me ne vado. Lei mi ha impedito di parlare in quest’Aula. Si vergogni! Si vergogni! Vergognatevi tutti!». A quel punto, mentre Lanzillotta lo invitava a moderarsi, si è sfiorato lo scontro tra Bondi e Stefano, trattenuto dagli assistenti parlamentari, mentre il primo lasciava l’aula. La tensione però non è scemata per diversi minuti, mentre continuavano gli interventi.

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