No alla mostra sul seminarista trucidato dai partigiani: a Reggio Emilia il Pd come il vecchio Pci

23 Nov 2013 18:55 - di Guido Liberati

Ricordare Rolando Rivi offende i partigiani e induce in confusione gli studenti. Con queste motivazioni la preside della scuola elementare Anna Frank di Rio Saliceto, in provincia di Reggio Emilia ha “censurato” la mostra sul seminarista quattordicenne che, nell’aprile del ‘45, fu trucidato da un gruppo di partigiani emiliani. Lo avevano sequestrato, torturato e ucciso con l’accusa – rivelatasi falsa – di essere una spia, ma in verità soltanto perché indossava la tonaca (il suo carnefice avrebbe detto: «Domani, un prete di meno»). Papa Francesco ne ha riconosciuto il martirio, con la beatificazione in ottobre. Ma nella civilissima provincia di Reggio Emilia, dove la mostra itinerante è allestita in questi giorni, nella parrocchia del paese, alcuni genitori hanno chiesto e ottenuto di impedirne la visione ai bambini perché «infanga la Resistenza». Addirittura alcuni genitori hanno intimato al parroco di rimuovere il pannello della mostra. Una censura che l’arcivescovo di Ferrara ha definito «grave e vergognosa, all’interno di una scuola pubblica che dovrebbe garantire libertà e pluralismo». Anche i media cattolici hanno accolto la censura con stupore e indignazione: non solo sugli organi più noti come il quotidiano Avvenire, ma anche sul web, attraverso i blog e i siti d’informazione vicini alla Chiesa.

«Agli occhi delle nuove generazioni – scrive don Antonio Ucciardo sul  portale cattolico Da Porta Sant’Anna – non si vogliono macchiare di crimini i partigiani. Nessuna discontinuità con le generazioni precedenti, se ancora si alimenta il mito delle brave persone che si sacrificarono per liberarci da tutto il male possibile. Quello era soltanto un volto del male. L’altro era racchiuso nell’efferatezza di chi uccide un ragazzino solo perchè è vestito da prete. E nella bieca ideologia che muoveva la sua mano». Prosegue don Ucciardo: «Non ci interessa fare un processo storico, e neppure uno politico, per quanto consapevoli che da quelle parti non manca di certo il sostegno a forze che sono la diretta discendenza di quell’ideologia». E a questo proposito, gli esponenti locali fanno il nome e cognome dei responsabili.  «Stupisce – denunciano i consiglieri comunali del centrodestra e della Lega in una nota –  che nessun commento ufficiale sulla vicenda arrivi dall’amministrazione comunale alla quale evidentemente sta bene che venga annullata una visita delle scuole elementari in questo modo che assomiglia pericolosamente alla censura. Anzi a noi risulta che la inqualificabile polemica sia partita proprio dalla segretaria del circolo Pd di Rio Saliceto Elisa Bellesia».

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