Nella Milano di Pisapia i poliziotti non hanno nemmeno le radio per comunicare

27 Nov 2013 16:52 - di Antonio La Caria

Poliziotti di pattuglia senza batterie nelle radio, che comunicano per servizio con i propri telefonini, e agenti della stradale privi di etilometri durante i controlli stradali per prevenire le “stragi del sabato sera”. Sono le ultime segnalazioni – che giungono da Milano – di carenze nelle dotazioni tra le forze di polizia alle prese con i tagli. La situazione di grande difficoltà viene riportata alla ribalta da uno studio del Siulp sulla «disaggregazione dei presidi», un modo tecnico per evitare che stazioni dell’Arma, caserme della Finanza e commissariati di Ps insistano spesso sullo stesso territorio. A Milano intanto burocrazie e ristrettezze finanziarie hanno fatto sì che perfino gli agenti in servizio “appiedato” in un luogo prestigioso e sensibile come il cosiddetto Quadrilatero della Moda andassero «in giro con le radio spente o non in grado di funzionare in modo efficiente, come ha riferito il segretario generale di Milano del Siulp, Mauro Guaetta. Non se la passerebbero meglio alla Stradale di Milano dove, secondo un rapporto sindacale del Siap, le pattuglie in servizio la sera hanno un solo etilometro che per giunta si può mettere in carica solo in caserma, e devono quindi – in caso di accertamenti – portare le persone in sede o far giungere altre pattuglie da decine di chilometri di distanza. Secondo quanto riferito dal Siulp, poi, oggi nel capoluogo lombardo girerebbero circa la metà delle Volanti che presidiavano il territorio negli anni Novanta, nonostante che gli equipaggi siano passati da tre a due persone. Lo studio del principale sindacato di polizia, denominato “Organizzazione presidi delle forze dell’ordine a competenza generale sul territorio” dimostrerebbe che, a livello nazionale, il «disaggregamento di diversi corpi di polizia dai medesimi luoghi permetterebbe un risparmio delle risorse medio tra il 40 e il 50% con punte fino al 67%».  Ma un cambiamento radicale, in questo senso, non appare «per niente facile». E, sullo sfondo,  c’è il piano per la spending review annunciato dal commissario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli.

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