La sinistra ha un nuovo idolo: è la preside del Mamiani. Finirà sulle t-shirt di partito

14 Nov 2013 19:19 - di Girolamo Fragalà

Ma quale Che Guevara, è passato tanto tempo, le giovani generazioni ne conoscono a stento il nome. Ma quale Marx, i suoi volumi sono noiosi, la società è cambiata, chissenefrega del Capitale. Ma quale Sex and drugs and rock and roll, roba da anni Settanta, look fuori moda, oggi non venderebbe nemmeno un disco.  La nuova icona della sinistra ha un nome e un cognome, si chiama Tiziana Sallusti ed è la preside del liceo Mamiani di Roma, quella che ha introdotto “Genitore 1″ e “Genitore 2”, cancellando le parole “madre” e “padre”. È un’eroina, ha sfidato il mondo, gli extraterrestri e forse anche i fascisti su Marte, ha fatto la rivoluzione, El pueblo unido jamás será vencido, ha ridato un po’ di speranza al popolo democratico, distrutto moralmente dalle lotte fratricide tra Renzi, Cuperlo e D’Alema. Tutti entusiasti, gli esponenti della sinistra. Tutti a battere le mani. Finiranno per stampare il volto della preside sulle magliette e sulle bandiere di partito, magari anche sulle spillette e sugli adesivi. Più di Che Guevara, più di Marx. La consigliera vendoliana Emma Battaglia già immagina la svolta in ogni angolo del Paese: «Riuniremo una Commissione congiunta Scuola e Politiche Sociali per proporre l’estensione del modello Mamiani a tutte le scuole di Roma». Sì, proprio così, ora c’è il modello Mamiani. E guai a parlarne contro. Il Pd esulta: «Apprezziamo e sosteniamo il lavoro svolto a tal fine da dirigenti scolastici come la preside Tiziana Sallusti, che hanno scelto di mettere al primo posto la tutela delle ragazze e dei ragazzi da forme anche inconsapevoli e involontarie di intrusione nella loro vita privata». Non ci sta l’Avvenire: «Non si illuda di aver spiegato in modo razionale le sue scelte la preside Tiziana Sallusti che annunciando di aver cancellato “madre” e “padre” per sostituirli con la dizione di “genitore 1 e 2”, ha parlato pensate un po’, di “cosa naturale”…». Ed è vero, la nuova Che Guevara ha spiegato maluccio i motivi della sua scelta. O forse, non aveva tante argomentazioni per giustificare l’eliminazione delle parole “madre” e “padre”. Tranne forse quella di voler vedere il suo viso stampato sulle magliette dei militanti della sinistra. Magra consolazione.

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