La scomparsa di Massimino Chiari, il missino “capellone beat” degli anni Settanta

4 Nov 2013 18:08 - di Antonio Pannullo

È morto a Nemi Massimo Chiari, Massimino per tutti. Era una persona molto nota e apprezzata nell’ambiente della destra romana negli anni Settanta. Aveva da poco superato i sessant’anni, ma tutti lo ricordiamo frequentare il Fuan, l’organizzazione universitaria del Msi e la sezione Parioli in quegli anni difficili. Per tutti noi era un punto di riferimento culturale, anche se molto molto “irregolare”, conosceva a menadito tutti gli autori importanti della destra di quegli anni, da Evola a Guènon, da De Maistre a Drieu a Brasillach. Viveva con la mamma, insegnante di liceo, dalle parti di piazzale Clodio. Era un po’ strano, sognatore, fine dicitore, girava con un impermeabile lungo e l’immancabile ombrello, ed era, strano a dirsi, benvoluto da tutti gli ambienti della destra, in tutta Roma. All’inizio frequentava il Fuan in via Siena, già dalla fine degli anni Settanta. Una volta raccontò di aver partecipato anche gli scontri di Valle Giulia, considerando amaramente che il partito in quella circostanza aveva perso l’occasione di gestire la protesta studentesca. In un ambiente piuttosto “paludato” culturalmente, Massimo aveva il coraggio di portare i capelli lunghi e i basettoni, era in sostanza un beatnik ante litteram, ma non mancava quasi mai a un convegno o a un dibattito a a una manifestazione. Tutte le volte, alla fine della conferenza, alzava la mano e poneva delle domande all’oratore, spesso accompagnando il suo intervento con delle dotte citazioni. Ma soprattutto era una persona estremamente dolce. Ci racconta Ferdinando Parisella che negli anni Ottanta, non appena Massimino seppe che lui era rimasto improvvisamente senza casa, lo portò subito da lui, non ammettendo che un “camerata” non ne accogliesse un altro. E a casa di Massimino c’era già un altro militante dell’epoca che si trovava in analoga situazione. Nel 1974 lo troviamo insieme con Marcello De Angelis ai funerali del principe Borghese a Santa Maria Maggiore. Entrambi infatti frequentavano assiduamente la sezione Parioli, in viale Rossini, dove Chiari era una delle colonne. Da qualche anno non lo si vedeva più frequentemente come un tempo, aveva anche lavorato come portiere di notte in un albergo del centro. Un po’ di tempo fa fu intervistato alla tv a proposito della Lazio, di cui era un grande tifoso, e forse fu l’ultima volta che molti di noi ebbero sue notizie. Adesso Stefano Romani, suo amico di sempre, ci ha dato la notizia della morte in un ospedale di Nemi. I prossimi giorni ci sarà il funerale, poiché si dovranno attendere i tempi dell’autopsia che il magistrato ha disposto per conoscere le cause della morte.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *