La priorità di Marino? Chiudere l’agenzia per le tossicodipendenze per dare “lavoro” alle coop rosse…

9 Nov 2013 14:47 - di Gloria Sabatini

È un capitolo della spending review di Ignazio Marino di cui nessuno parla. Tra i primi atti del sindaco-chirurgo spicca la decisione di chiudere l’Agenzia capitolina sulle tossicodipendenze istituita da Alemanno e guidata da Massimo Canu, un tecnico dal curriculum doc, psicoterapeuta e autore del saggio Psicologia delle tossicodipendenze. L’istituzione, che  ha ottenuto  riconoscimenti nazionali e internazionali, è un fiore all’occhiello della capitale. I risultati sono tutti documentati, a partire dalla riduzione del 56,8% dei decessi per assunzione di stupefacenti nel quadriennio 2009-2012 rispetto al precedente quadriennio 2005-2008 che vedeva Roma città campione in negativo per le morti  legati all’assunzione di droghe. «In termini numerici – spiega Canu – parliamo di ben 155 persone, ragazzi, donne, uomini strappati letteralmente dalla tragedia della droga». Parole d’ordine dell’Agenzia l’investimento nella prevenzione e la «promozione di stili di vita sani», l’ampliamento dei servizi, la valorizzazione degli interventi di cura, l’accoglienza e il reinserimento socio-lavorativo. Con la chiusura si risparmieranno 800mila euro l’anno, è la tesi della giunta Marino. Non è vero – ribattono i diretti interessati –  che rivendicano il lavoro svolto da decine di volontari e la totale trasparenza nella gestione. Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio, ha studiato le carte scoprendo che la “razionalizzazione delle spese” porterebbe a risparmiare appena 31mila euro. Chiudendo le serrande – dice – non si tiene conto dell’assenza di una valida alternativa ai servizi erogati dall’istituzione e delle conseguenza sul territorio dal punto di vista dell’aumento del tasso di criminalità e di mortalità per droga e le ricadute occupazionali per gli operatori. La ragione della chiusura è un’altra, replica il centrodestra, è «solo un pretesto di Marino e della sinistra  per agevolare il cartello delle cooperative rosse e il ritorno al metodo di gestione del passato a vantaggio di pochi  tramite gli affidamenti diretti dei servizi». Sì perché la battaglia contro le droghe è anche un business.

«Andiamo orgogliosi dell’operato dell’Agenzia capitolina sulle tossicodipendenze  – avverte Marco Marsilio di Fratelli d’Italia – è bene che il Pd lo sappia, visto che periodicamente si lancia in rabbiosi e strumentali attacchi». Sfociati, per esempio, nel ricorso della Cooperativa Sociale “Il Cammino” sull’affidamento della Comunità di riabilitazione  di Città della Pieve, respinto definitivamente dal Consiglio di Stato con la sentenza del 6 novembre scorso che ha messo la parola fine alla stagione dei veleni. «In questi ultimi quattro anni abbiamo realizzato 23 procedure ad evidenza pubblica per 44 interventi – dice il presidente dell’Agenzia, Luigi Maccaro – con la sentenza è stato ribadito, ancora una volta, un operato trasparente che onora Roma Capitale e garantisce ai cittadini romani servizi adeguati ai reali bisogni del territorio e non più agli interessi degli enti che per oltre 10 anni hanno erogato finanziamenti con affidamenti diretti». Canu ha impresso un indirizzo culturale e sociale molton netto passando dalla filosofia della riduzione del danno alla prevenzione e al recupero attivo dei tossicodipendenti. Nel decennio rutelliano e veltroniano i tossicodipendenti romani avevano solo la prospettiva della cronicizzazione, mentre un ristrettissimo gruppo di cooperative si divideva la torta dei finanziamenti pubblici senza alcuna gara. Che sia per questo che l’agenzia va cancellata?

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