La fragile difesa della Cancellieri: «Non mi dimetto, sono intervenuta in altre centinaia di occasioni…»

2 Nov 2013 17:30 - di Redazione

«Non ho intenzione di dimettermi. Si dimette chi ha cose di cui pentirsi». Al congresso dei Radicali, in corso di svolgimento a Chianciano Terme, il ministro della Giustizia parla a lungo del tema delle carceri, ma poi converge sul caso-Ligresti, che la vede direttamente coinvolta. E conferma che quelle telefonate in soccorso della figlia del finanziere siciliano avevano una finalità “umanitaria”. «Lo rifarei, certo che lo rifarei», ha detto il ministro della Giustizia rispondendo ai giornalisti che le chiedevano se si fosse pentita della telefonata con la compagna di Salvatore Ligresti. «Io ho la responsabilità delle carceri e sono intervenuta con il Dap dicendo attenzione che Giulia Ligresti potrebbe compiere gesti inconsulti. State attenti». Poi la Cancellieri entra nel merito della vicenda: «Se Giulia Ligresti si fosse uccisa io non sarei stata responsabile?», s’è chiesta parlando delle polemiche sul suo intervento presso il Dap per chiedere la scarcerazione di un membro di una famiglia a lei molto vicina. «Io ho la responsabilità dei detenuti – ha ricordato il ministro – ho fatto oltre cento interventi per persone che ho incontrato nel corso delle mie visite in carcere o i cui i familiari si sono rivolti a me anche solo tramite una e-mail». Giulia Ligresti, ha poi ricordato il Guardasigilli, “è una persona anoressica in pericolo di vita”. Poi il ministro Cancellieri ha ribadito che il suo intervento è stato “solo all’interno del Dap e non della magistratura”, come risulta dagli atti dei pm e come “ha ricordato il procuratore Gian Carlo Caselli”.

Al convegno dei Radicali il Guardasigilli ha poi ricordato le sue posizioni favorevoli a indulto e amnistia: «Ho ascoltato, ascoltato, ed ho capito che occorre un cambiamento culturale nel mondo e nell’inferno delle carceri, e ora sono pronta ad andare a Strasburgo». Poi aggiunge: «Sull’indulto e l’amnistia la scelta spetta al Parlamento che è sovrano. Per quanto mi riguarda si tratta di strumenti importanti e significativi. L’amnistia per gestire l’arretrato dei tribunali – ha aggiunto – l’indulto per alleggerire la pressione carceraria».

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