Grasso dice no a tutto: il voto sulla decadenza del Cav resta fissato per il 27 novembre

22 Nov 2013 13:41 - di Redazione

Nessun rinvio: la sorte politica di Silvio Berlusconi verrà decisa in Senato il prossimo mercoledì.  Il “giorno del giudizio” resta fissato al 27 novembre. A mettere la parola fine alle richieste dell’ex Pdl di un “supplemento di indagine” in merito alla decadenza è Pietro Grasso. «Non si ravvisano gli estremi per una nuova convocazione del Consiglio di Presidenza ai fini del prosieguo di un dibattito su una questione già dichiarata formalmente chiusa il 6 novembre». Inizia così la risposta scritta del presidente del Senato alle richieste dei senatori del centrodestra (ex Pdl, Gal e Lega) datate 15 novembre scorso e all’iniziativa del 5 novembre di Gasparri per un’informativa sull’uso dei social network durante la riunione della Giunta delle elezioni del 4 ottobre. Su entrambi i fronti la seconda carica dello Stato risponde “niet”. Nel corso della discussione sulla richiesta di Gasparri, scrive, «nessuno dei componenti ha formulato proposte di carattere disciplinare nei confronti dei membri della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari in relazione a quanto emerso dalla informativa». Il caso si riferisce ai post del grillino Crimi che sfoderò sulla rete  commenti in tempo reale sui lavori della riunione della Giunta delle elezioni. «Non risulta che componenti della Giunta abbiano rivelato elementi riferibili ai lavori della Camera di consiglio», sostiene Grasso, «nemmeno in caso di sanzioni per il comportamento di alcuni membri si sarebbe potuto rilevare un’ irregolarità della seduta o della deliberazione dell’organo».

Uno zelo a senso unico secondo  berlusconiani doc. «Lei presidente ha letto una lunga pappardella formale per eludere la sostanza di una questione evidentemente politica. Lei presidente Grasso – ha commentato a caldo Sandro Bondi  – non ha dimostrato di essere sopra le parti e ha dimostrato di non avere mai smesso le vesti e lo stile di magistrato». Gasparri è tutt’altro che soddisfatto dalle motivazioni del presidente del Senato: ci sono state violazioni gravi delle regole del Parlamento, della segretezza delle  procedure ed anche molte altre per quanto riguarda la decadenza di Berlusconi. Le abbiamo contestate e le contesteremo – insiste il vicepresidente del Senato – perché si agisce in maniera assolutamente inaccettabile». Il Cavaliere per ora non commenta.

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