Da Berlino Letta fa l’ottimista e stuzzica la Merkel. Ma a Roma lo aspetta l’opposizione di FI

23 Nov 2013 12:24 - di Redazione

«Sulla legge di stabilità c’è una discussione in corso in Senato e poi ci sarà il passaggio alla Camera; i conti si faranno alla fine, e alla fine si vedrà che è una legge di stabilità equilibrata». Risponde Enrico Letta, da Berlino, alle voci di una manovra destinata ad appesantirsi. Prima del rientro a Roma il premier torna sui rapporti con la Germania, «è da lì che bisogna passare se si vuole far cambiare politica all’Europa. Non so se li ho convinti – aggiunge – ma ci provo, perché è da qui che passa tutto». Ieri aveva mostrato the balls of stell chiedendo meno rigore agli ayatollah dell’austerity. Oggi rincara la dose: «O la Germania e i tedeschi si convincono che non sono soli in Europa e che devono avere un atteggiamento di solidarietà complessiva, in modo che tutta l’Europa cresca, oppure non ne usciamo». Alla domanda dei cronisti sui giudizi espressi ieri all’Eurogruppo, Letta ha risposto: «Il tema di fondo è che la spending review e il primo pacchetto di privatizzazioni dimostrano che noi vogliamo far scendere il debito e questo è un impegno fondamentale, perché dobbiamo convincere tutti nel mondo che stiamo facendo seriamente e che quindi le politiche per tenere i conti a posto sono finalizzati a ottenere margini per fare crescita, sia a livello europeo che nazionale». Poi, mal comune mezzo gaudio, ha ricordato che «ognuno ha i suoi problemi: sono due mesi che hanno votato (i tedeschi, ndr) e non c’è ancora un governo e quindi l’instabilità non è soltanto un problema nostro». Poco prima di lasciare il “regno” della Merkel Letta rimarca le questioni ancora aperte della grossa coalizione tedesca. Letta, però, dovrà vedersela con un lunedì piuttosto difficile, a due giorni dal voto in Senato sulla decadenza di Berlusconi, la nuova Forza Italia è tornata sul piede di guerra minacciando di far saltare il tavolo, non sarà crisi di governo, che ha ancora i numeri, ma un nuovo assetto con i berlusconiani sui banchi dell’opposizione.

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