Bologna, 5 richieste di arresto per gli scontri. Il Pdl: per troppi anni l’estrema sinistra è stata coccolata…

2 Nov 2013 17:34 - di Desiree Ragazzi

Cinque mesi dopo gli scontri e il lancio di bottiglie di vetro contro la polizia per gli ultrà sono arrivate le richieste di arresto. La procura di Bologna ha inoltrato al gip la richiesta di ordinanze di custodia cautelare in carcere per cinque attivisti, protagonisti dei tafferugli con le forze dell’ordine a maggio in piazza Verdi, cuore della zona universitaria. In quei giorni ci furono diversi episodi di tensione nella piazza e nelle vie circostanti: il 27 maggio, in particolare, polizia e carabinieri erano arretrati sotto un fitto lancio di bottiglie da parte del corteo dei collettivi. Le richieste del pm Antonello Gustapane si riferiscono proprio a quel pomeriggio, al termine del quale la Digos aveva denunciato venticinque persone. Ai cinque, quattro maschi e una femmina, vengono contestati i reati di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Tra di loro c’è anche il militante venticinquenne originario di Palermo (difeso dall’avvocato Marina Prosperi) nei confronti del quale la procura aveva presentato appello al riesame (la decisione è attesa a breve), chiedendo il carcere: è accusato di aver rotto il naso con una cinghiata a un’assistente capo della Scientifica durante i tafferugli davanti all’Ikea di Casalecchio di Reno, il 18 dicembre 2012. Le richieste per i cinque sono state depositate anche nell’udienza al riesame, per rinforzare la tesi dell’accusa. «La linea della procura è chiara: si può manifestare, ma senza violenza. Altrimenti, ognuno paga le conseguenze della propria condotta», ha detto il procuratore aggiunto delegato ai rapporti con la stampa, Valter Giovannini. «A Bologna – ha spiegato il vice capogruppo del Pdl regionale, Galeazzo Bignami – il clima politico non è semplice. C’è una presenza molto forte dell’estrema sinistra (che possiamo definire extraparlamentare), che sin dagli anni Settanta soprattutto nelle facoltà di Lettere e Scienze politiche è stata coccolata e protetta dalle autorità accademiche. Facoltà storiche per il fermento di attività che gli inquirenti collegano ai movimenti anarco-insurrezionalisti». La richiesta di oggi, prosegue ancora Bignami, «per noi è ineccepibile e conferma una linea dura già avviata dalla procura. Un anno e mezzo fa, infatti, una ragazza durante alcuni tafferugli venne manganellata da un agente del reparto mobile che poi è stato rinviato a giudizio. La richiesta di arresto di oggi la vedo come una risposta coerente a quell’atteggiamento fin troppo inflessibile di allora». A Bologna, conclude Bignami, «dall’omicidio Lo Russo fino all’omicidio Biagi si è creata nei confronti degli estremisti una certa accondiscendenza che è scivolata in una sorta di complicità ideale delle istituzioni. Faccio solo un esempio che mi riguarda direttamente, per le tante aggressioni che ho subito c’è stata solo una condanna. Ma dopo l’omicidio Biagi questo clima si è rotto. E queste richieste di arresto si inseriscono in questo clima mutato».

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