Addio a De Villiers, lo scrittore da 150 milioni di copie, amico di Le Pen e odiato dalla gauche

2 Nov 2013 12:09 - di Guido Liberati

«Risolutamente a destra, liberale, anticomunista». Così si definiva Gerard De Villiers, lo scrittore popolare francese, noto per la serie di romanzi di spionaggio SAS. La notizia della sua morte è stata annunciata su Twitter dal suo avvocato: «Il principe Malko Linge è un orfano: lo scrittore Gerard de Villiers è morto a Parigi all’età di 83 anni dopo una lunga malattia».

Fosse stato di sinistra, sarebbe stato consacrato ai vertici del genere, ma la sua collocazione sul fronte politicamente scorretto lo ha reso inviso alla cultura ufficiale. Faceva di tutto per essere controcorrente: sbandierava fieramente il suo anticomunismo, era molto diffidente nei confronti dell’Islam. Nei suoi libri, in Italia resi famosi dalla collana Segretissimo della Mondadori, il protagonista è una sorta di James Bond, un aristocratico austriaco che lavora per la Cia; Malko Linge è stato l’eroe di 200 libri pubblicati al ritmo di quattro o cinque all’anno per un totale di 150 milioni di copie. L’ultima, La vendetta del Cremlino, è stato pubblicato quest’anno. Era abituato a scrivere romanzi in sintonia con eventi contemporanei, come i conflitti o le minacce terroristiche del momento.  Inviso alla stampa francese, subì una sorta di scomunica dalla critica ufficiale nel 1981, dopo per aver espresso la sua adesione al Front National di Jean Marie Le Pen. La rivalutazione, come accade sempre in questi casi, pochi mesi fa con un lungo omaggio che gli ha riservato il New York Times. Sotto il titolo “L’autore di romanzi di spionaggio che sapeva troppo”, il quotidiano americano ricordava che De Villiers nei suoi romanzi era stato capace di anticipare con un’adesione impressionante ai fatti poi accaduti, l’attentato a Ronald Reagan, al presidente egiziano Sadat e ad anticipare un complotto della Cia contro il leadera siriano Assad.   «Non ho mai avuto la pretesa di fare dell’alta letteratura – disse De Villiers in un’intervista – mi considero un narratore che scrive per intrattenere la gente». Sulla sua presunta misoginia replicava: «Alcune donne nei miei libri sono oggetti sessuali ma altre sono belle, intelligenti e coraggiose».

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