Voto palese, è terremoto politico. Esplode la rabbia del Cav che salta il pranzo con i ministri

30 Ott 2013 16:40 - di Antonella Ambrosioni

Stravolgere le regole per votare con voto palese la decadenza di Silvio Berlusconi provoca un terremoto. Esplode la rabbia del Pdl. Un ennesimo “schiaffo” alla democrazia che irrita nel profondo il Cavaliere. La decisione avrebbe fatto infuriare l’ex premier, che ha deciso di evitare di vedere a pranzo i ministri. Il pranzo era in programma da giorni, con al centro il confronto sulla legge di stabilità. Ma la colazione di lavoro non si è tenuta. «È una pagina buia per le regole parlamentari»,  tuona intanto il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani. «A maggioranza e con un voto deliberatamente politico, la Giunta ha violato le regole in maniera surrettizia, con grave responsabilità dello stesso presidente del Senato, per consentire al Pd e ad altre forze di imporre ai loro senatori un voto contro il leader del centrodestra». E rincara la dose: «Si fa molto peggio che cambiare il regolamento, lo si interpreta a uso e consumo del Pd per colpire con assoluta certezza Silvio Berlusconi. La giornata di oggi non potrà non avere conseguenze. Daremo risposte concrete con il massimo della determinazione». la strada intrapresa dal Pd porta dritto alla crisi di governo, sostiene Alessandra Mussolini e altri parlamentari del Pdl, ma c’è chi invita a non cadere nella trappola: Si tratta di «una provocazione», è la lettura del senatore Maurizio Sacconi: «È una evidente operazione politica trasversale di coloro che vogliono il voto anticipato, confidando nella vittoria della sinistra», spiega. «Si tratta di uno spregiudicato tentativo volto a creare un vuoto politico in un difficile passaggio della nostra vita repubblicana, che non può trovare disponibilità – o, peggio ancora, compiacenza – nel centrodestra». Concorda con questa lettura Fabrizio Cicchitto: «Ha ragione Sacconi: è evidente che la incredibile forzatura del voto palese viene messa in opera da quella parte di Pd che vuole fare cadere il governo per andare ad elezioni anticipate essendo sicura della vittoria. L’ultima cosa che il Pdl può fare, pur condannando questa prevaricazione, è quella di cadere in una trappola di questo tipo». Il ministro De Girolamo commenta: «L’Italia si dimostra una democrazia “contra personam” dove è possibile anche cambiare i regolamenti quando non fanno comodo. Una cosa vergognosa per tutti i cittadini che credono nelle istituzioni democratiche. Credo che sia un gesto di irresponsabilità e di incoscienza, di cui però i nostri alleati di governo si assumeranno la responsabilità di fronte al Paese». Ore di tensione si prospettano ora tra Berlusconi e i “governativi”. Sono in molti a sollecitare una parola chiara dal segretario: «Ora Alfano dica da che parte sta». Per Maurizio Gasparri, «è un momento oscuro per la democrazia. Si strappano i regolamenti e la Costituzione pur di colpire Berlusconi. Di fronte a questa vergogna, a palesi, clamorose, inaccettabili illegalità le risposte sul piano del diritto e della politica sono doverose. L’aggressione a Berlusconi ha superato il livello tollerabile».

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