Una bara per i funerali della Cultura. A Milano la protesta contro Bray che “finanzia” solo la Firenze di Renzi

19 Ott 2013 13:55 - di Redattore 92

«Hanno tagliato fondi alla Scala e al Piccolo di Milano, ma hanno destinato (grazie agli emendamenti dei renziani del Pd), nuove risorse per il Comune di Firenze, in particolare per gli Uffizi e per il Maggio Fiorentino. Inoltre, come se non bastasse, hanno trasferito un evento Unesco che doveva essere ospitato a Monza a costo zero, a Firenze con nuovo stanziamento di fondi». Vincenzo Sofo, presidente del circolo culturale Il Talebano, non ci sta a passare per uno che ha fatto solo una carnevalata di cattivo gusto. Quella bara, piazzata a un incontro organizzato alla Fondazione Cariplo dal titolo chiedilo al ministro Bray, ha scatenato le furie della vedova di Franco Parenti, la regista Andrée Ruth Shammah. «Ma in privato la gente del teatro e della cultura della sinistra ci ha fatto i complimenti e ci ha ringraziato», svela Sofo.

Il decreto Bray per la cultura è diventato uno strumento che ha tagliato agli enti poveri per rimpinguare le casse dei soliti noti: «Dietro c’è la mano del sindaco di Firenze. Nel Pd si sono già consegnati armi e bagagli a Renzi». Sofo, un passato nella destra milanese, oggi vicino alla Lega, («Nel nostro circolo siamo in tanti con trascorsi nella destra giovanile»), spiega che «per il fondo unico per lo spettacolo, la città di Firenze fa la parte del leone. Un particolare il Maggio Fiorentino di Firenze; ma ci sono anche 75 milioni di euro per il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche, in particolare anche qui il Maggio Fiorentino di Firenze; poi 8 milioni di euro per un progetto sugli Uffizi, che si trovano a Firenze; ma anche un piano di sostegno della Biblioteca Nazionale Centrale, di Firenze; ma anche un altro piano di sostegno all’Opificio delle Pietre Dure, di Firenze». E nel frattempo si tagliano fondi per la cultura, come già denunciato da sindaci – non certo di destra – come quello di Milano, Giuliano Pisapia. E la bara? «Un modo colorito e non violento per protestare contro i tagli. La vedova Parenti si è indignata, ma se fossimo stati di sinistra, ci avrebbe fatto i complimenti…».

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