Scintille in aula tra la deputata grillina e l’onorevole del Pd. Lei: mi ha aggredita. Lui: non è vero

25 Ott 2013 16:43 - di Redazione

La deputata M5S Edera Spadoni protesta formalmente con la presidenza della Camera per l’aggressione “fisica e verbale” che sostiene di avere subito ieri in aula da parte del deputato del Pd Enzo Lattuca. La deputata Cinque Stelle accusa il collega dem di essersi avvicinato a lei e, a pochi centimetri dal suo viso, di aver agitato il pugno sulla sua testa come a volerla colpire. Per questo si è recata questa mattina dalla presidente Boldrini, per denunciare l’accaduto e le ha inviato una lettera formale di protesta. Nella missiva la deputata chiede, tra l’altro, “di poter prendere visione delle immagini delle telecamere a circuito chiuso dalle 22,15 alle 22,25 della seduta di ieri, ai fini della tutela dei miei diritti”. La stessa Spadoni racconta che ci sarebbe stato un duro battibecco con il collega del Pd, ma “lui, dopo, si e’ avventato su di me e ha iniziato a gridarmi contro a un centimetro di distanza dal viso. Poi ha stretto il pugno e mi ha sfiorato la testa più volte, forse volendo indicare che abbiamo la testa vuota. Ma Lattuca è un ragazzone, è altissimo, quando l’ho visto venire spedito contro di me ho temuto, sono rimasta impietrita. Il diverbio verbale ci sta e va bene, ma devi stare a debita distanza. Così si tratta, di fatto, di un’aggressione”.

Lattuca dà a sua volta una versione del tutto diversa dell’accaduto: “Sono molto rammaricato per il clima di tensione con il quale, nella serata di ieri giovedì 24 ottobre, si è chiusa la seduta alla Camera: non vi è stata alcuna aggressione, né verbale né fisica” verso la deputata M5S Maria Edera Spadoni. In una nota il deputato del Pd spiega: “Mentre uscivo dall’Aula si è acceso un diverbio tra la presidente di turno, Marina Sereni e l’onorevole Di Stefano del M5S – spiega Lattuca – Uscendo stavo commentando con una collega del M5S le frasi irriguardose nei confronti della Presidente. In quell’istante, l’on. Maria Edera Spadoni si è rivolta a me intimandomi di tacere perché, a parer suo, a differenza degli eletti del M5S, scelti dai cittadini, io avrei pagato trentacinque mila euro per essere eletto in Parlamento”. “Di fronte a tali affermazioni, false e assolutamente infondate – prosegue il deputato Pd – ho replicato alla Spadoni e, trovandomela di fronte, le ho detto che se avesse provato a bussare (mimando in aria il gesto), nella testa del collega, l’avrebbe trovata vuota. Poi sono uscito dall’aula raccogliendo anche l’invito dei commessi presenti. Sono dispiaciuto se Spadoni si è sentita scossa per la mia risposta ad una sua provocazione e per questo le chiedo scusa. Tengo però a precisare che non la ho né insultata, né minacciata e, soprattutto, non ho assolutamente tentato di colpirla”. “Se un’aggressione c’è stata è quella che ho subito e sto subendo in queste ore attraverso il web e in particolare sui miei profili Facebook e Twitter. In poche ore – denuncia – ho ricevuto centinaia di insulti e minacce, anche molto gravi, da diversi esponenti e simpatizzanti del M5S e sedicenti tali”. “Ho intenzione di rivolgere una lettera alla Presidente Laura Boldrini per rassicurarla su ciò che è davvero accaduto – conclude – E rispetto alle ulteriori e infamanti ricostruzioni volte ad addebitarmi un’aggressione fisica e verbale nei confronti della collega Spadoni, non esiterò a difendere la mia rispettabilità in ogni sede”.

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