Rispunta Fini con un libro sul ventennio berlusconiano: «Il Cavaliere? Non è affatto finito…»

22 Ott 2013 9:34 - di Redazione

«Berlusconi non è affatto finito. Ha ancora un vasto consenso, nel Paese e nel suo partito». A pochi giorni dall’uscita del suo libro, “Il Ventennio: io, Berlusconi e la destra tradita”, l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini rompe il silenzio con un’intervista al Corriere della Sera, elemento non casuale visto che il volume sarà pubblicato con Rizzoli. Fini, intervistato da Aldo Cazzullo (che gli pone una ventina di domande, tranne quella su Montecarlo, vicenda alla quale l’ex leader di An pare abbia dedicato solo un paio di righe del libro) ripercorre la storia più recente del centrodestra e i rapporti politici con Silvio Berlusconi. «Berlusconi non mente; rimuove. È del tutto incapace di ammettere un errore. Ha bisogno di convincersi che le cose siano andate esattamente come dice lui, altrimenti non riuscirebbe a convincere gli altri», dice Fini. Su Angelino Alfano, «Berlusconi lo scelse non come segretario di partito, ma come suo segretario particolare. Ora ha dimostrato di avere il “quid”, ma per lui non sarà facile restare “diversamente berlusconiano”», dichiara l’ex presidente di An e poi fondatore di Fli. Quanto all’ipotesi di scissione, “temo che non sia possibile convivere nello stesso partito con Berlusconi esprimendo una posizione diversa”. «Oggi lui è più debole, ma continua a voler comandare il Pdl come faceva a Mediaset o al Milan. Se decadrà da senatore, griderà che non si può restare al governo con i propri carnefici», aggiunge Fini, che non risparmia critiche agli ex colonnelli di An e difende la Bossi-Fini, al centro di mille polemiche: «Oggi può essere ammodernata, ma credo che l’impianto resti valido, a cominciare dal principio fondamentale: a parte gli studenti, ha diritto al permesso di soggiorno l’immigrato che lavora e ha un reddito», evidenzia. Quanto al proprio futuro, “quarant’anni di politica non si dimenticano”, rileva Fini. «Non voglio smettere: la farò in modo diverso. Una stagione si è chiusa».

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