Nella Milano di Pisapia un morto al giorno: nella notte ucciso a fucilate il boss di Quarto Oggiaro

31 Ott 2013 11:24 - di Guido Liberati

Giuliano Pisapia è un sindaco fortunato. Tre morti in tre giorni nella sua Milano, sparatorie tra boss della mala come nella Chicago di Al Capone, ma la sua amministrazione non viene mai tirata in ballo dai tg o dai grandi quotidiani. Per molto meno, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno fu esposto alla gogna mediatica. L’ultimo fattaccio ieri sera. In un agguato è stato freddato con un fucile a pallettoni, a due passi da casa, il boss di Quarto Oggiaro Pasquale Tatone. Domenica scorsa erano stati freddati il fratello di Pasquale, Emanuele e il suo autista, Paolo Simone, in un campo poco distante. Le ipotesi investigative tirano in ballo una guerra con il clan calabrese della vicina Bruzzano per il controllo del traffico di stupefacenti. Secondo queste indiscrezioni le mire espansionistiche dei calabresi sulla piazza di Quarto Oggiaro sarebbero note da tempo, dopo gli arresti del 2009, gli ultimi in grande stile eseguiti dalla polizia nel quartiere. Un’altra pista tira in ballo i rapporti di potere (sempre per l’egemonia sullo spaccio) tra i clan Crisafulli (vicini a quello dei Tatone) e Castriotta.

Storie di mala che rievocano tempi e ambientazioni da film criminali degli anni Trenta. «Fermiamo la mattanza, prima che sia troppo tardi», ha detto Riccardo De Corato, all’indomani dei primi due omicidi. Il vicepresidente del consiglio comunale di Milano aveva lanciato un appello per fermare la mattanza. «

Siamo in piena emergenza criminalità: è assolutamente necessaria– aveva aggiunto l’ex vicesindaco – un’azione straordinaria di prevenzione per evitare che le periferie milanesi si trasformino in teatro di conflitto tra bande criminali. Un’azione che deve comprendere anche il controllo delle case popolari, laddove interi caseggiati da tempo sono veri e propri fortini della criminalità tra abusivi e presenza di boss malavitosi». Da Pisapia non è arrivata nessuna risposta. Nel frattempo hanno risposto i clan: con un altro omicidio.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Pino 12 Febbraio 2018

    Almeno stavolta sì che si può dire legittimamente e nella giusta direzione ‘uno in meno’ e non ci sprecherei nessuna indagine di forze dell’ordine.