L’investitore della donna incinta vuole fare causa al Comune di Milano

22 Ott 2013 19:57 - di Redazione

Guai in vista per Palazzo Marino. La difesa di Andrea Roberto L., il giovane che due giorni fa a Milano ha investito e ucciso una donna egiziana incinta al settimo mese e l’altro suo bimbo di 4 anni, sta valutando eventuali azioni risarcitorie  «nei confronti del Comune di Milano o dell’ente proprietario della strada»  in relazione a quel guard rail «non conforme» che ha permesso alla madre con il piccolo di attraversare in quel tratto. Lo ha spiegato l’avvocato Agostino Rubelli, che ha chiarito che sul punto solleciterà anche la Procura.

«Chiederemo che il pm valuti anche la responsabilità dell’ente proprietario della strada (viale Famagosta, ndr) e di chi la deve custodire in relazione alla non conformità delle protezioni nel punto d’urto». La donna, infatti, ha attraversato in modo azzardato approfittando di uno dei varchi nel guard rail. «Il nostro assistito – ha spiegato il legale – è comunque un’altra vittima di una tragica concatenazione di fatti». «Quello che è successo – ha aggiunto – è grave, ma altrettanto eclatante è la condotta della vittima che non è di poco conto». L’eventuale processo, secondo il legale, si «giocherà certamente sulla velocità a cui viaggiava il giovane, «ma che ci sia un concorso di colpa da parte della madre che ha attraversato in quel modo, al buio e sotto la pioggia, è evidente». Questi dati, secondo il legale, «dovranno essere valutati dalla Procura».

Ma non è solo il guard rail non conforme l’unico aspetto grave nelle cause della tragedia. Gli esami autoptici  dovrebbero infatti dare elementi utili agli inquirenti per stabilire se il bambino poteva essere salvato se trasportato subito in ospedale. I soccorritori e gli agenti intervenuti sul posto non si sono accorti che anche il piccolo era una delle vittime dell’incidente, e lo hanno trovato solo dopo un’ora quando il padre giunto in ospedale dove sono morti la moglie e il bimbo che portava in grembo, ha avvisato i medici che anche l’altro figlio era con loro. Sbalzato dall’ impatto con l’auto per oltre 40 metri, il bambino era finito sotto il guard rail. È una storia molto triste. Ma, alla tristezza, si può anche unire la rabbia

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